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Facebook blocca i profili dei candidati gay per “omofobia”, ma non quelli degli omofobi

Da una Luca Paladini, ex portavoce dei Sentinelli di Milano e candidato nel capoluogo lombardo in appoggio a Beppe Sala, dall’altra Andrea Maccarrone, ex presidente del Circolo Mario Mieli, candidato a Roma a sostegno di Fassina. In comune, oltre alla militanza e alla candidatura, i due hanno la recente censura inflitta da Facebook sui loro profili. Il profilo di Paladini è stato bloccato in quanto amministratore della pagina del Sentinelli perché in un post ironico che voleva denuncianre l’omofobia della Regione Lombardia e del call center “anti gender” appena lanciato, era stata utilizzata la parola “frocio”. La ragione alla base del provvedimento? “Omofobia”. 

Paradossale per un’organizzazione nata proprio per promuovere i diritti civili e battersi contro ogni forma di discriminazione. Insieme a quello di Paladini, sono stati bloccati i profili anche degli altri amministratori della pagina. Il blocco di Paladini sarebbe dovuto durare 30 giorni: un danno non da poco per di più alla vigilia del voto. Un ricorso presentato tempestivamente ha permesso lo sblocco del profilo. Al candidato di Sinistra x Milano, intanto, era giunta la solidarietà di molti amici e contatti Facebook che gli avevano messo a disposizione il proprio profilo.

Simile la vicenda che ha riguardato Andrea Maccarrone che sul proprio profilo aveva pubblicato un’immagine con scritto “A Roma, in comune, più froci meno croci”. “Una provocazione” la definisce il candidato di Sinistra x Roma, che non è passata inosservata. Blocco del profilo per 24 ore anche per lui e rimozione dell’immagine. Ma non è tutto. Prima che Facebook procedesse, sotto l’immagine erano arrivati diversi insulti, tra cui quello di un candidato della lista di Marchini, Giovanni Ceccaroni, che aveva scritto “sto maiale deviato!”. “Evidentemente oltre a non voler celebrare unioni civili – ha dichiarato Maccarrone -, il candidato Marchini ritiene adatti al governo di questa città personaggi che fanno dell’invettiva discriminatoria e omofoba la propria cifra politica. Insulti che in altri paesi non verrebbero tollerati neppure tra le file dell’estrema destra”.

La risposta del comitato elettorale di Alfio Marchini è arrivata poco dopo. “Abbiamo chiesto a Giovanni Ceccaroni di ritirare la propria candidatura – si legge in una nota del comitato -. Siamo ‘senza se e senza ma’ contro ogni forma di omofobia com’è scritto chiaramente nel nostro codice etico e nella nostra carta dei valori che ogni candidato ha sottoscritto”. Ancora oggi Ceccaroni ha continuato a insultare Maccarrone sulla sua bacheca commentando i link con frasi omofobe che però ora sono state rimosse. Il suo profilo, invece, a differenza di quelli di Maccarrone e Paladini, non risulta essere stato bloccato.

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