Sta tenendo banco, in questi giorni, la notizia dell’uscita del libro “Fire and Fury” scritto da Michael Wolff e che svela retroscena importanti quanto compromettenti dell’amministrazione Trump. Il presidente Usa ha reagito scompostamente all’uscita del libro nel quale si racconta, tra l’altro, che nel suo entourage molti lo ritengano un idiota. Trump ha risposto, come da suo costume, su Twitter sostenendo di essere non solo intelligente, ma un genio.
Il viaggio in West Virginia
Tra le tante cose che rivela il libro c’è il modo in cui è maturata la dichiarazione dello scorso luglio contro l’arruolamento delle persone trans nelle forze armate statunitensi. “Quella sera – scrive Wolff – il presidente andò in West Virginia, per tenere un discorso ai Boy Scouts of America. Il suo discorso fu del tutto fuori contesto, fuori luogo e privo di contesto. Richiese delle scuse da parte dei Boy Scouts of America a tutti i propri membri, ai genitori e al paese. Il veloce viaggio non migliorò l’umore di Trump.
La mattina di quel tweet
La mattina successiva, pieno di rabbia, il presidente attaccò pubblicamente il suo Procuratore Generale e senza alcuna evidente ragione, twittò l’esclusione delle persone trans dall’esercito”.
“Al presidente – continua il libro – erano state prospettate quattro possibili decisioni sulla questione delle persone trans arruolate. La presentazione puntava ad inquadrare la discussione in corso, ma dieci minuti dopo aver ricevuto i punti in discussione e senza ulteriori consultazioni, Trump twittò”.
Non si fa cenno alle pressioni da parte dei Repubblicani nel Congresso, come qualcuno aveva detto all’indomani del famigerato tweet.
Lo staff all’oscuro di tutto
Secondo Pink News, la poca chiarezza del racconto di Wolff si deve al fatto che i consiglieri di Trump (fonti principali di quanto riportato nel libro) non abbiano idea di cosa sia successo.
L’unica cosa chiara è che Trump ha mentito quando ha detto di aver preso la decisione “dopo aver consultato i generali”.
Di questa affermazione, il Congresso ha di recente chiesto le prove al presidente. Ben 114 membri del Congresso, tutti Democratici, hanno firmato una lettera chiedendo alla Casa Bianca di diffondere eventuale corrispondenza con il Pentagono e gli ufficiali militari che hanno partecipato a questa decisione prima dell’annuncio.
Cosa chiedono i deputati
I deputati hanno chiesto di accedere alla documentazione “per capire se il presidente, il suo team di sicurezza nazionale e i capi militari si stanno coordinando attivamente l’un l’altro o se l’annuncio dell’esclusione delle persone transgender rifletta un problema nelle comunicazioni”. “Com’è noto – scrivono – una comunicazione chiara tra la Casa Bianca e il Pentagono è essenziale per la sicurezza della nostra nazione”.