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Foggia: aggredito dal branco perché difendeva un ragazzo etichettato come gay

Lo hanno aggredito in cinque perché era intervenuto a difendere un ragazzo insultato con offese omofobe.
E’ successo nella notte tra sabato e domenica in piazza Mercato a Foggia, luogo frequentatissimo nelle sere d’estate e nei week end.
La vittima, un ragazzo colombiano, era in giro con Emanuela, un’amica diciannovenne, quando si è accorto che il gruppetto di ragazzi stava insultando un altro ragazzo etichettandolo come gay e offendendolo pesantemente. Carlos, questo il nome del giovane, interviene per difendere il giovane, ma finisce pestato a calci e pugni.
Carlos e la sua amica riescono a scappare e a chiamare la polizia. Nella fuga, la ragazza perde lo zaino che verrà ritrovato poco dopo completamente svuotato.
Il giovane colombiano ha dovuto fare ricorso alle cure del pronto soccorso del policlinico di Foggia. I medici lo hanno sottoposto a tac e giudicato guaribile in alcuni giorni.

Arcigay Foggia: “Tutele per tutte le minoranze”

La notizia dell’aggressione era già comparsa su FoggiaToday domenica sera, ma non se ne conosceva la natura.
A confermare che si è trattato di un’aggressione omofoba è l’associazione Arcigay Foggia “Le bigotte”.
“Mentre a Brindisi, in occasione del Puglia Pride, sfilavano centinaia di persone in difesa dei diritti LGBTQ+ – scrive l’associazione su Facebook -, noi ci troviamo ancora una volta a dover ribadire la vergogna che proviamo per le nostre istituzioni, che non sono state in grado di garantire alla nostra comunità una legge che la protegga da simili violenze”.

“Noi non vogliamo fuggire da Foggia. Noi vogliamo che Foggia sia amministrata da chi non ha interesse a creare un clima di odio e discriminazione – si legge ancora nel post -. Vogliamo che nelle scuole si insegni il rispetto di tutte le diversità. Vogliamo una legge regionale che garantisca formazione, prevenzione, accoglienza. Vogliamo tutele per la comunità LGBTQ+, per i nostri fratelli e le nostre sorelle di colore, per le donne, per le persone con disabilità, per tutt*”.

“Riprendiamo la lotta per la parità”

“Il fatto che sia stato un ragazzo di colore a subire una così violenta aggressione, ci spinge a ribadire la riflessione riguardo la necessità di un’alleanza, di una comunione di intenti, tra le minoranze – prosegue la nota -. Non vogliamo che sia una guerra, non ci piace il linguaggio bellico. Ma in un paese che ci lascia soli e privi di strumenti di difesa, tocca stringerci ai nostri alleati e parare i colpi”.
“Oggi, con l’amaro in bocca, esprimiamo tutta la nostra solidarietà e gratitudine a Carlos, a Emanuela e a chi è stato coinvolto nella rissa – conclude la nota -. Ci lecchiamo le ferite ancora una volta, ci affidiamo alle autorità che (speriamo) faranno il loro lavoro e da domani imbracciamo le nostre bandiere arcobaleno per riprendere posto nella nostra pacifica e resistente lotta per la parità di diritti. Forza Carlos!”

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