La Procura di Forlì ha accolto l’esposto di Arcigay Rimini-Forlì-Cesena presentato dopo che a settembre del 2016 Forza Nuova tappezzò i muri di Cesena con un manifesto a lutto per la prima unione civile celebrata in città. Quello che doveva essere il giorno più bello per Marco e Manuel, venne funestato dai manifesti in cui si parlava di “morte della civiltà”. Il prossimo 7 novembre ci sarà la prima udienza in cui Arcigay si costituirà parte civile. Ma la novità è che anche il Comune di Cesena chiederà di costituirsi parte civile. “Il Comune perciò si allea con Arcigay nella sua battaglia di civiltà” scrive in una nota Marco Tonti, presidente del comitato riminese dell’associazione.
“Non è critica politica: sono minacce a tutta la comunità”
“Questi sono comportamenti che vanno ben oltre la critica politica – continua Tonti – perché mettono nel mirino due persone innocenti per minacciare un’intera collettività di persone. Mentre attendiamo che alle prossime elezioni i partiti inseriscano nel loro programma l’impegno ad approvare una legge contro l’omofobia, il caso che si inizierà a discutere tra pochi giorni diventa un importantissimo caso pilota a livello nazionale”.
“Nessuna legge protegge le persone lgbt”
“Ci auguriamo che grazie a questo processo sarà possibile fare un passo per sanare il paradosso per cui in Italia, il Paese più omofobico d’Europa, non esistono leggi che proteggano le persone LGBT dalle infamie e minacce che ricevono ogni giorno – conclude Tonti – e che non denunciano proprio per l’inefficacia sanzionatoria del nostro sistema giuridico e legale”.