I naturali alleati del sindaco di Favria Serafino Ferrino si sono palesati la scorsa notte. I militanti neofascisti di Forza Nuova Canavese, nella notte tra mercoledì 5 e giovedì 6 ottobre, hanno affisso uno striscione sotto il comune di Favria per esprimere il loro appoggio alla decisione del primo cittadino di non celebrare le unioni civili e di non delegare alcuno a farlo nel suo comune. Una scelta che, oltre ad essere contro la legge attualmente in vigore, è valsa a Ferrino accuse di omofobia e discriminazione da più parti.
A rendere nota l’azione perpetrata nella notte, sono stati gli stessi militanti che hanno pubblicato le foto sulla pagina Facebook dell’organizzazione di estrema destra accompagnate da una nota.
“Nella notte tra mercoledì 5 e giovedì 6 ottobre 2016, i militanti di Forza Nuova Canavese hanno esposto uno striscione davanti al comune di Favria, recante la scritta “La famiglia è solo tradizionale, sindaco Ferrino non mollare” – si legge nella nota -. Con questa azione vogliamo esprimere la nostra più totale vicinanza al sindaco di Favria per la sua presa di posizione contro le nozze omosessuali. Ci vorrebbero più uomini istituzionali disposti a correre rischi, pur di mantenere le proprie posizioni e le proprie idee”.
I militanti continuano sostenedo che “lo incitiamo a continuare la sua battaglia, rendendoci disponibili a combattere localmente al suo fianco per questo tema, che a livello nazionale è una delle nostre battaglie primarie. La tutela della tradizione è infatti fondamentale per il nostro movimento e, qualora ci sarà da dare battaglia per tale tematica, ci sarà Forza Nuova”.
Forza Nuova si è resa protagonista di diverse azioni violente e omofobe fin da subito dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili. Solo qualche giorno fa, in occasione della prima unione civile celebrata a Cesena, avevano affisso manifesti a lutto per tutta la città dichiarando il “matrimonio gay” fosse il “funerale d’Italia”. All’indomani del voto sulla legge, invece, alcuni militanti romani avevano fatto irruzione nella sede del Gay Center e poche ore dopo ad un incontro pubblico a Gaeta a cui partecipava la senatrice Cirinnà. Il giorno dopo era stato il turno di una libreria di Siena.