Bufera sulla garante per l’infanzia della regione Umbria, a causa delle sue dichiarazioni contro il ddl Zan. Stiamo parlando di Maria Rita Castellani che si è lasciata andare ad alcune dichiarazioni riportate dalla stampa locale e che hanno suscitato l’indignazione della cittadinanza, del mondo universitario e di diverse associazioni di settore, Lgbt+ e non. La garante attacca la legge contro l’omo-bi-lesbo-transfobia in discussione al Senato, scomodando la sempreverde ideologia gender.
Le affermazioni della garante per l’infanzia
«Si potrà scegliere l’orientamento sessuale verso cose, animali, e/o persone di ogni genere e, perché no, anche di ogni età, fino al punto che la poligamia come l’incesto non saranno più un tabù» ha dichiarato la garante per l’infanzia umbra, secondo quanto riportano i siti locali. Prendendo spunto dall’articolo 1 della legge Zan, che riporta le definizioni di sesso, genere e identità di genere, l’accusa è quella di voler creare una società fluida. «Il concetto d’identità cambia, non è più quello antropologico che conosciamo da sempre e che distingue persona da persona a ragione di evidenze biologiche, ma diventerà qualcosa che io, cittadino, posso decidere arbitrariamente secondo la percezione del momento. Di conseguenza ogni desiderio sarà considerato un bisogno e il bisogno un diritto».
“Caos antropologico contro i bisogni del bambino”
Dichiarazioni gravi. E non sono le uniche: «Siamo nel caos antropologico che si oppone totalmente al bisogno primario del bambino che è anzitutto quello della stabilità affettiva e della chiarezza identitaria nella distinzione dei due sessi genitoriali». Un affondo che tocca i bisogni dell’infanzia, in chiave anti-gender. E, di conseguenza, in chiave anti-Lgbt+. È evidente quando afferma che «la carezza di una madre non è uguale a quella di un padre» e quando dice che «la coppia uomo/donna» è «una struttura dell’essere», mentre «i teorici del gender usano un linguaggio chiamato performativo inventando nuove parole per trasformare il mondo secondo la loro visione soggettiva e delirante». Le affermazioni di Castellani hanno ricevuto l’appoggio della Lega, tramite il senatore Pillon.
La reazione della società civile e delle associazioni
La reazione è stata immediata. L’intera opposizione umbra, di centro-sinistra, ha chiesto le dimissioni di Maria Rita Castellani. Quindi si è unita la società civile, soprattutto all’interno del mondo accademico universitario e non solo: docenti e associazioni hanno aderito all’appello di Omphalos Perugia e altre realtà Lgbt+ del territorio, come E se domani Terni, Agedo Terni e Famiglie Arcobaleno. Lettera in cui le affermazioni della garante per l’infanzia sono definite gravissime oltre che «fasciste e stupide». E non solo. Le associazioni e le realtà firmatarie accusano la garante di non conoscere la differenza tra orientamento sessuale e identità di genere e ne contestano l’adeguatezza, rispetto al ruolo che ricopre.
Omphalos Perugia: “Aberranti falsità, revocare l’incarico”
«Per la serie di aberranti falsità pubblicate da Castellani» si legge ancora nel documento, «per la sua incapacità di comprendere che il bullismo si combatte smontandolo prima che si manifesti, per aver colpevolmente stravolto la realtà, per aver tradito il suo mandato di garante di ogni bambina e bambino e ragazza e ragazzo, la preghiamo» scrivono le realtà firmatarie, riferendosi alla governatrice Tesei «di fare riferimento quanto prima alla Legge Regionale n. 11 del 9 aprile 2015 (Testo unico in materia di Sanità e Servizi sociali) che all’art. 365 dispone la “decadenza dall’incarico, sostituzione e revoca” del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza».