Da quest’anno accademico le studentesse e gli studenti trans dell’Università di Genova avranno il libretto con il nome scelto e non quello dato alla nascita. È l’ennesimo ateneo italiano che compie questa scelta nel segno del rispetto dell’identità di genere di tutte e tutti e dell’inclusività. Il progetto, voluto dalla componente studentesca del Comitato per le Pari Opprtunità dell’università, è stato accolto con favore da tutti gli altri organi dell’ateneo, ma lo stesso non si può dire delle istituzioni politiche.
Polemiche, infatti, sono state sollevate da alcuni consiglieri comunali e regionali (Matteo Rosso e Stefano Balleari di Fratelli d’Italia) che hanno bollato l’iniziativa come “follia becera surreale e fuorviante”, e perfino dal governatore della Regione Giovanni Toti (FI). “Non credo sia il primo problema della gente che vive in Liguria, non mi risulta esserci un sesso transitorio. O uno è uomo o uno è donna. Finché è uomo sarà uomo, quando sarà donna diventerà donna in base a quanto prevede la legislazione nazionale – ha commentato l’ex direttore del TG4, secondo quanto riporta il quotidiano genovese Il Secolo XIX -. Non mi sembra un elemento di dibattito politico, mi sembra che l’Ateneo debba prendere atto di un dato di fatto“.
“È solo una questione di civiltà. Se non lo si capisce…”, è stato il commento lapidario del rettore Paolo Comanducci, rilasciato all’agenzia Agi.
Per Arcigay Genova, le affermazioni dei consiglieri sono “inaccettabili”. L’associazione ricorda che Matteo Rosso è lo stesso che ha promosso la mozione “anti-gender” approvata qualche giorno fa dalla Regione. “Queste affermazioni, esternate proprio a ridosso della giornata in cui vengono ricordate le persone transgender vittime di violenza (20 novembre), ci ricordano quanto sia utile il nostro lavoro quotidiano – ha dichiarato Claudio Tosi, presidente di Arcigay Genova -. La Regione ha bisogno di persone che lavorino sulle vere problematiche della Liguria e non su invenzioni come la cosiddetta ‘teoria del gender’ e coloro che ricoprono cariche istituzionali dovrebbero chiedersi quanto le loro affermazioni hanno conseguenze concrete sugli abitanti della nostra Regione”.
E mentre a destra consiglieri e presidente di Regione polemizzano, all’Università si registrano già le prime dieci richieste del nuovo libretto presentate da altrettanti studenti e studentesse transgender.