E’ durata sette anni la battaglia in Tribunale contro il partito della premier Giorgia Meloni. Ma alla fine una coppia di papà canadesi l’ha spuntata e Fratelli d’Italia ora dovrà risarcirli.
La vicenda risale al 2016 quando Fdi realizza dei manifesti contro la gpa utilizzando la foto di due papà e del loro bambino appena nato. La famiglia era ritratta in sala parto ed era stata scattata nel 2014 quando il piccolo Milo era venuto alla luce. Lo scatto immortala proprio il momento della nascita di Milo e la gioia dei suoi due papà Frank e Rosario per il suo arrivo, nonché quella della donna gestante. L’immagine, coperta da copyright, pochi giorni dopo veniva pubblicata sull’account professionale della fotografa che l’aveva realizzata, Lindsay Foster, accompagnata da una nota che sottolineava il rapporto di profondo amore e rispetto fra i padri e la donna gestante.
Due anni dopo circa, Fratelli d’Italia sceglie proprio quell’immagine per la sua campagna contro la gpa. E lo fa senza chiedere l’autorizzazione né alla fotografa né, men che meno, ai protagonisti dello scatto. Lo ricordiamo: nella foto è ritratto anche un bambino appena nato la cui immagine non può essere utilizzata senza l’autorizzazione dei genitori.
Di quel manifesto si parlò moltissimo, al punto che la notizia arrivò anche in Canada alle orecchie e agli occhi di Frank e Rosario. Contrariati per l’uso che era stato fatto della foto della loro famiglia, senza la loro autorizzazione, i due si rivolsero agli avvocati Michele Giarratano e Cathy La Torre di Gay Lex perché tutelassero loro, Milo e la donna gestante.
Gli avvocati, coadiuvati dalla collega Stefania Gervasi, decisero allora di occuparsi della vicenda “pro bono” e cioè a titolo completamente gratuito. Le spese vive del procedimento, invece, sono state sostenute da Gay Lex attraverso la campagna “Fai la causa giusta” grazie, quindi, a donazioni spontanee all’associazione.
“Questa sentenza non è rivolta soltanto al partito di Fratelli d’Italia – afferma l’Avv. Cathy La Torre – ma a chiunque nel mondo della politica utilizza le vite altrui a volte calpestandone la dignità o arrecando danni morali alla loro reputazione o alla loro vita. Si faccia politica, ma non sul corpo e sulle vite delle persone! E questo vale per tutti i partiti politici”.
“Mentre alla Camera dei deputati si discute della proposta di legge dell’onorevole Varchi (Fratelli d’Italia) che approderà in aula il 19 giugno e che vuole punire penalmente la gestazione per altre/i anche quando effettuata all’estero – aggiunge l’Avv. Michele Giarratano -, il Tribunale di Roma condanna il partito della premier Giorgia Meloni per una violenta campagna d’odio contro le famiglie omogenitoriali e la maternità surrogata. E’ un segnale importante alla politica. Un invito a fermarsi e mettere davvero al centro i bambini e le bambine, le famiglie e l’amore con cui vengono create”.
Lo scopo, secondo i legali, non era solo sanzionare Fratelli d’Italia per il caso concreto e dunque risarcire le vittime di questo brutto episodio. Ma anche dare un segnale forte affinché episodi del genere non debbano più verificarsi.
Dopo sette anni di procedimento, la I sezione civile del Tribunale di Roma ha emesso la sentenza a firma della Giudice Cecilia Pratesi.
Fratelli d’Italia viene condannata a risarcire Frank e Rosario “per il danno loro cagionato” ed anche a rifondere le spese processuali”.
Secondo il Tribunale della Capitale, vi è stata infatti “un’indebita interferenza nella sfera personale” di questa famiglia canadese. Tanto più che “l’immagine peraltro è particolarmente intima e ritrae un neonato, non riconoscibile ma potenzialmente identificabile come figlio dei due effigiati”.
Secondo la Giudice Pratesi, Frank e Rosario sono “stati dunque destinatari di una illecita intromissione nella propria sfera personale, che ha leso il loro diritto alla tutela dell’immagine e della riservatezza, esponendo, senza il loro consenso, alla pubblica visione un momento di intimità familiare accompagnato dalla formulazione di un giudizio negativo”.
Per il Tribunale quindi Fratelli d’Italia deve risarcire la coppia. La causa è “il disagio per la diffusione di una immagine rivelatrice della loro intimità, la riprovazione espressa pubblicamente nei riguardi del loro stile di vita e della loro condizione familiare, il timore di essere oggetto di attenzione indesiderata nel caso si fossero recati in Italia”.
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