Corey Eteveneaux, un giovane neozelandese, aveva compiuto da poco 22 anni quando è rimasto vittima di un gravissimo incidente. Quando è stato chiaro che per lui non c’era niente da fare, il padre e la madre del ragazzo hanno deciso di staccare le macchine che lo tenevano invita. Ma volevano anche che la sua morte potesse aiutare qualcun altro. Per questo, hanno disposto che i suoi organi venissero donati. Ma la risposta che hanno ricevuto è stata negativa. Perché? Perché Corey era gay.
In Nuova Zelanda gli uomini che hanno relazioni sessuali con altri uomini non possono donare il sangue o i tessuti se non sono trascorsi almeno 12 mesi dall’ultima volta che hanno fatto sesso.
Il limite dei 12 mesi è stato fissato nel 2014. Prima di allora, perché un omosessuale potesse donare il sangue o gli organi, dovevano essere trascorsi 10 anni dall’ultimo rapporto sessuale. Un modo neanche troppo velato per escludere i gay dalle donazioni e considerarli portatori di malattie solo in quanto omosessuali.
“Ho parlato con una donna della Organ Donation NZ – ha raccontato Cherie, la madre di Corey – ed all’inizio pensavo che si riferisse ai tatuaggi di Corey e all’ultima volta che ne aveva fatto uno”.
Invece la donna si riferiva ad altro, molto più difficile da accettare per Cherie.
“Mi ha detto che non potevano prendere le valvole cardiache di Corey per via del suo stile di vita – ha continuato -. Alla fine, mi ha detto che era perché Corey era gay”.
Al momento dell’incidente, Corey era impegnato in una relazione con il suo compagno Daniel, di 29 anni, da due anni ed entrambi si sottoponevano regolarmente ai test, secondo Cherie.
“Corey era un ragazzo sano e in forma – ha concluso la madre – e penso che le sue valvole cardiache si sarebbero dovute espiantare. Non ha senso. Ci sono persone che soffrono, là fuori, e avremmo potuto aiutarle”.
“Non capisco perché come omosessuali dobbiamo essere discriminati per quello che facciamo a casa nostra – ha aggiunto Daniel, il compagno di Corey -. Siamo umani e non siamo differenti da qualsiasi altra persona che cammina per strada. Conosco Corey, so che avrebbe amato la possibilità di aiutare qualcuno, ma qualche famiglia ci ha rimesso”.
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