Dodici donne su venticinque membri del governo. Una vicepresidente di pelle non bianca, Kamala Harris, così come è non bianco il 50% dell’esecutivo. E ancora, un ministro dichiaratamente gay ai trasporti e una sottosegretaria transgender alla sanità: sono questi i primati dell’amministrazione di Joe Biden, di recentissima nomina (qui la lista completa) dopo i turbolenti trascorsi di Capitol Hill e dopo una campagna presidenziale tra le più dure di sempre. Ma il mutamento di passo è evidentissimo e i nomi di segretari e segretarie disegnano un parterre politico di altissimo livello.
Pete Buttigieg ai Trasporti, primo ministro dichiaratamente gay
Sarà il primo ministro apertamente gay della storia degli Stati Uniti, Pete Buttigieg, assegnato ai Trasporti. L’ex sindaco di South Bend, nell’Indiana, è sposato con un insegnante di una scuola montessoriana, è figlio di un immigrato maltese ed è un veterano dell’Afghanistan. Quindi è divenuto famoso a livello internazionale grazie alla sua corsa alle primarie, quando in un primo momento ha sfidato il neopresidente Biden per poi sostenerlo in un secondo momento. Secondo gli osservatori, giocherà una parte importante nella svolta green della nuova amministrazione americana.
Miguel Cardona, English learner all’istruzione
Figura simbolica all’Istruzione, Miguel Cardona non è solo figlio di immigrati che diventa segretario, ma è uno di quei bambini che, arrivati negli States, ha imparato l’inglese a scuola. Il neo-ministro, infatti, a casa aveva come lingua madre proprio lo spagnolo, in quanto figlio di portoricani. Quindi il processo di integrazione nella società americana e la scalata alla politica. Cardona è divenuto insegnante, poi preside. Che questo ruolo sia coperto da un English learner, leggiamo, è un buon segno in direzione di una scuola più inclusiva negli States.
Deb Haaland, nativa americana all’Interno
Ed è la prima volta anche delle popolazioni native americane. Deb Haaland, appartenente al popolo dei Laguna Pueblo, coprirà il ruolo delicatissimo di segretaria dell’Interno. Al suo giuramento, apprendiamo, erano presenti – insieme ai big progressisti del Partito democratico americano – ben centoventi capitribù nativi, oltre a molti colleghi e colleghe dem e anche rappresentanti del Partito repubblicano. Dal dipartimento dell’interno deriva il benessere delle popolazioni native e non solo: ha anche la delega all’ambiente e al clima. Il suo ruolo è strategico, in quanto rappresenta un cambio di passo radicale rispetto all’amministrazione Trump sulle questioni ambientali.
Marcia Fudge alla Casa e sviluppo urbano, contro i pregiudizi razziali
Un altro dicastero importante, e non solo dal punto di vista simbolico, è occupato da una donna afroamericana: Marcia Fudge. Guiderà il dipartimento della Casa e dello sviluppo urbano e sarà in prima linea, apprendiamo ancora, nella lotta agli effetti della pandemia. Personaggio di punta nella comunità nera degli Stati Uniti, Fudge si è battuta soprattutto per i diritti delle donne afroamericane. Avrà il compito, si legge ancora, di combattere i pregiudizi razziali che incontrano ancora molte persone non bianche nel trovare un alloggio negli States.
Il “buongiorno” di Joe Biden
Joe Biden «aveva promesso che la sua amministrazione avrebbe rispecchiato l’America nella sua diversità di genere e multietnica» e ha mantenuto, al momento, la sua promessa. La metà del suo staff è di origine non bianca, la presenza femminile sfiora il 50% e le sue scelte sono state elogiate dai/lle leader per i diritti civili. Ciò non basta, ovviamente, per affrontare le difficili sfide che attendono la nuova amministrazione democratica. Ma se il buongiorno di vede dal mattino, quel che resta, metaforicamente parlando, del giorno – in questo quadriennio – lascia ben sperare.