Pochi giorni fa, anticipavamo la denuncia al consigliere di Fratelli d’Italia Francesco Minutillo per le frasi razziste pubblicate su Facebook e pronunciate a La Zanzara chiedendo l’applicazione della legge Reale-Mancino.
Da tanti anni le associazioni Lgbt chiedono che questa legge venga estesa anche ai casi di discriminazione riconducibili all’omo/transfobia, ma cosa prevede esattamente la legge Reale-Mancino?
Innanzitutto va spiegato che quando si parla di Legge Reale-Mancino ci si riferisce alla Legge 654/75 (cd. “Reale” dal nome del Ministro di Grazia e Giustizia dell’epoca) che ratificava la Convenzione di New York del 1966 per eliminare ogni forma di discriminazione razziale, e poi aggiornata con Legge 205/93 (cd. “Mancino” dal nome del Ministro dell’Interno dell’epoca che la propose) e successivamente con Legge 85/2006.
Le condotte che vengono punite dalla legge Reale-Mancino, contenute nell’art. 3, sono le seguenti:
– propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico (comma 1a);
– istigazione a commettere o commissione di atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (comma 1a);
– istigazione a commettere o commissione di violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (comma 1b);
– promozione o direzione di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi aventi fra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (comma 3);
– partecipazione o assistenza di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi aventi fra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (comma 3).
Ad oggi la legge Reale-Mancino è stata applicata raramente (l’ex sindaco di Treviso, ad esempio, è stato condannato), nonostante la sua portata tendenzialmente vasta.
È però indubbio l’alto valore che questa legge ha come deterrente per condotte di tipo discriminatorio: per questo motivo appare assolutamente logico, e auspicabile, che accanto ai motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi vadano ad affiancarsi anche le discriminazioni e i reati d’odio legati all’omo/transfobia per arginare i casi sempre più frequenti di violenza ai danni di persone lesbiche, gay, bisex e trans.