La strada del riconoscimento alla nascita di due mamme e due papà in Italia, al momento, sembra sbarrata. La Corte di Cassazione continua a insistere sul divieto rimandando al Parlamento. La maggior parte dei Sindaci ha smesso di registrare e trascrivere, le Procure impugnano gli atti di nascita e i Tribunali – salvo rare eccezioni – li annullano.
Persino la CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) ha di recente rimandato il problema al mittente, dicendo che è il parlamento italiano a doversene occupare. E lasciando spazio alla ministra Roccella per paragonare bambine e bambini a villette abusive per cui fare sanatoria.
A pensar male a volte si sbaglia e a volte si indovina, ma è evidente che la situazione sia letteralmente precipitata negli ultimi mesi. Da quando la destra è andata al Governo e sforna giorno dopo giorno leggi liberticide contro le famiglie omogenitoriali, come la proposta di legge Varchi per punire la Gestazione per altre/i all’estero già passata alla Camera e in votazione a breve in Senato.
A fronte di un’evidente lesione dei diritti di bambine e bambini il leit motiv, soprattutto di chi è al Governo, è sempre lo stesso: «Ma che problema c’è? Avete la stepchild adoption!». Fingendo di non sapere che l’adozione in casi particolari, per quanto strumento importantissimo che fornisce una grande tutela alle famiglie omogenitoriali, purtroppo lascia tanti vuoti di tutela.
Tralasciamo quanto sia odioso di per sé dover adottare il proprio figlio. Non parliamo di quanto sia complicato e ingiusto dover parlare di sé e della propria vita davanti ad assistenti sociali, psicologi, carabinieri, giudici… Evitiamo di dire quanto sia degradante che alcuni tribunali richiedano anamnesi mediche invasive che nulla hanno a che vedere con l’adozione in casi particolari, che riguarda genitori che già convivono con i figli e le figlie ed esercitano nei fatti il ruolo genitoriale.
E non sottolineiamo che i costi dell’iter ricadono su famiglie già gravate dai costi del percorso di procreazione medicalmente assistita. Che, ricordiamolo, all’estero è tutto a proprio carico. Mentre in Italia per le coppie eteroaffettive è sostenuto dal servizio sanitario nazionale.
Insomma… mettiamo da parte gli adulti e concentriamoci un attimo su bambine e bambini. Quello che più sconvolge, oltre a quanto elencato sopra, sono i vuoti di tutela che colpiscono i minori. Mentre il riconoscimento e la trascrizione garantiscono a bimbe/i una tutela fin dalla nascita, con l’adozione in casi particolari la tutela non è immediata. Ci sono alcuni tribunali per i minorenni virtuosi in cui un procedimento dura poco meno di un anno (e più avanti vi racconterò un caso specifico). Ma ci sono tribunali per i minorenni dove il procedimento dura diversi anni, e questo non è assolutamente privo di conseguenze.
Già nella vita di tutti i giorni, come la necessità di deleghe per ogni cosa, dal ritiro a scuola ad una vita medica. Per non parlare di situazioni più gravi come può essere un ricovero ospedaliero del minore o del genitore legale. Vi è poi la possibilità che nelle more dell’adozione la coppia si separi. E che il genitore d’intenzione lasci la famiglia e non si occupi materialmente o moralmente dei figli. Oppure, come purtroppo più spesso accade, che il genitore legale a quel punto si rifiuti di prestare il consenso all’adozione che non può quindi avvenire (la legge sulle adozioni, infatti, all’art. 46 prescrive come indispensabile il consenso all’adozione da parte del genitore esercente la responsabilità genitoriale).
Vi è infine la possibilità peggiore, ma che purtroppo fa parte delle possibilità e casualità della vita, ovvero che nelle more dell’adozione il genitore legale muoia. E che il minore si ritrovi orfano senza il riconoscimento legale dell’altro genitore.
Non parliamo di casi impossibili, lo abbiamo visto di recente a Milano dove per fortuna il Tribunale ha preso atto della particolare situazione. Così come ne ha preso atto di recente il Tribunale per i minorenni di Trento (Sentenza dello scorso 21.07.2023), in una situazione in cui il padre legale ha gravi problemi di salute. E il Collegio guidato dal Presidente dott. Giuseppe Spadaro (che già aveva fatto diverse pronunce innovative a Bologna) ha garantito in tempi brevi tutela al minore, nel suo preminente interesse, compatibilmente comunque con i tempi necessari per un’istruttoria attenta e scrupolosa.
Ma non sempre è così. Ed è evidente che il diritto di un minore a vedere riconosciuta la figura genitoriale che si occupa di lui/lei fin dalla nascita non può dipendere dalla sensibilità del singolo Tribunale o Giudice.
La stepchild adoption, dunque, sebbene oggi garantisca un diritto di genitorialità pieno dopo la Sentenza 79 del 2022 della Corte Costituzionale, oltre a non essere la modalità più corretta per tutelare un bambino o una bambina che è nato/a all’interno di un progetto genitoriale di coppia di due uomini e due donne, rischia anche in alcuni casi di non fornire alcuna tutela.
È urgente che il Parlamento approvi una legge che tuteli tutti/e le bambine e i bambini di questo Paese, nel loro preminente interesse. Come peraltro già chiesto in modo netto dalla Corte Costituzionale nel 2021 con le Sentenze 32 e 33. Con questo Governo, onestamente, l’approvazione di questa legge sembra una chimera. Ma, a maggior ragione, non possiamo smettere di sognare e lottare per ottenere ciò che è giusto.
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