Dopo il voto del Senato di Haiti, dal primo agosto di quest’anno, il matrimonio tra persone dello stesso sesso è ritenuto illegale e punibile con la prigione ed è stata anche vietata qualsiasi “promozione” dell’omosessualità nel paese.
Legge motivata da questioni religiose
Leggendo il testo di legge si scopre che «autori, co-autori e complici di un matrimonio tra persone dello stesso sesso» rischiano «una pena di tre anni di prigione e un’ammenda di circa settemila euro». Ancora, la legge bandisce «tutte le manifestazioni pubbliche che appoggino l’omosessualità e il proselitismo a favore di essa». Le motivazioni a supporto di questo provvedimento trovano le loro origini nelle credenze religiose: «Bisogna impedire la depravazione dei giovani, bisogna impedire l’abominio in questo paese» ha dichiarato Carl Murat Cantave, tra i più ferventi fautori della legge. I sostenitori ricordano anche che nel piccolo stato caraibico la maggioranza della popolazione è di origine cattolica e quindi favorevole a questo tipo di legislazione.
Le associazioni per i diritti: «Si favorisce la violenza»
Proteste arrivano dal fronte di difesa dei diritti civili e delle persone Lgbt nell’isola. Charlot Jeudy, presidente dell’associazione Kouraj che difende la gay community, denuncia che il testo non solo dividerà la società haitiana, ma rinforzerà pregiudizi e discriminazioni. E sebbene il testo preveda che, in caso di infrazioni, soltanto polizia e tribunali avranno il potere di intervenire, secondo Jeudy esso potrà favorire violenze e giustizia sommaria contro la popolazione arcobaleno. Il disegno di legge adesso passerà alla lettura dei deputati in data che ancora dovrà essere decisa. Di certo, una pagina molto cupa della storia del Paese.