È gonfiato per ore con un sibilo sordo, il malumore della comunità Lgbt+ verso la partecipazione, con tanto di carro, del Movimento Cinquestelle Lombardia al Milano Pride. Prima i commenti, centinaia, sui social. Poi le dichiarazioni degli attivisti Lgbt, a volte con messaggi rabbiosi: ci hanno tradito. Resistenze inevitabili che vanno ricercate nella cronaca: il voto contrario del M5s durante le discussioni sulle Unioni Civili per salvare la stepchild adoption fino alle dichiarazioni dei singoli rappresentanti movimentisti. Non minore la scelta di andare al governo con la Lega dei vari Pillon, Fontana, Salvini. Fece discutere la dichiarazione del leader Luigi Di Maio: “credo che la famiglia oggi sia la famiglia con mamma e papà”. Per non parlare della partecipazione della senatrice Drago al Congresso delle Famiglie. Hanno lasciato qualche perplessità le parole del sottosegretario Vincenzo Spadafora sui Pride: “Quelli che a me non piacciono sono gli eccessi”. E infine per ordine cronologico, ha offeso le famiglie arcobaleno la condanna del Movimento alla “pratica della surrogazione, che compromette la dignità umana della donna”.
Dissensi che oggi con un comunicato stampa il Movimento Cinquestelle definisce infanganti: “Spiace che alcuni gruppi che dichiarano di riconoscersi nei valori della Democrazia e della libertà utilizzino i canali social per fomentare odio nei confronti del M5S” si legge “Da anni partecipiamo e condividiamo i valori del Pride che è inclusione, orgoglio, accoglienza e uguaglianza”
Il comunicato continua e aggiugne: “Il M5S non è mai stato contro i diritti civili e in Lombardia siamo sempre stati a fianco della comunità LGBTQ. Ogni forma di discriminazione e esclusione è da condannare. Per questo riteniamo aberrante la polemica sulla nostra presenza alla manifestazione”, porta la firma di Monica Forte, consigliere regionale del M5S Lombardia.
Il Movimento Cinquestelle dunque ci sarà con un suo carro mentre gli attivisti di Milano, indosseranno una maglietta gialla con la scritta “Movimento 5 Stelle Nessun passo indietro”. Non convince tuttavia parte della comunità che in rete continua a criticarne la presenza:
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