17Il teatro è, per definizione, luogo di libertà. In un contesto che per esistere richiede la compresenza di chi si esprime e chi riceve, l’incontro tra le persone e le sensibilità, indossare una maschera raramente significa nascondersi. Viene ad essere spesso, al contrario, il modo migliore per raccontare se stessi, oppure vicende che toccano da vicino il presente, i temi più sentiti, offrendo voce a tutte le minoranze. Lungo la storia, in consonanza con i tempi o – spesse volte precorrendoli anche di molto – sulle tavole dei palcoscenici la comunità LGBT ha potuto rappresentarsi anche in modo originale e sorprendente.
L’arte è politica
Le manifestazioni artistiche, del resto, sono spesso il veicolo migliore per raccontare anche la comunità, la sua storia e i suoi obiettivi, riuscendo a mantenersi empatici e a parlare con ogni tipo di pubblico. Anche con l’arte si può fare politica, ovvero parlare alla collettività. Questo è stato ben compreso, negli ultimi anni, soprattutto sul piano cinematografico. I festival a tematica sono ormai numerosi, talvolta qualitativamente pregevoli. Più raramente si ricorre invece al teatro e alle sue specifiche caratteristiche. Tuttavia, esiste e si è ormai consolidata una felice eccezione. Si tratta di un festival che si svolge ogni ottobre dal 2012 a Milano promosso dal Teatro Filodrammatici di Milano.
Illecite, lecite visioni
La rassegna, a cura di Mario Cervo Gualersi, ha corrisposto alla propria funzione politica (nel senso cui si faceva riferimento sopra) fin dall’evocativo titolo: “Illecite visioni”. Un nome che dice molto sull’intento di fare anche del teatro uno strumento di orgoglio, anche in un Paese la cui politica ne faceva un illecito.
Il passato non è casuale, e si specchia nel primo vistoso cambiamento della rassegna nella sua sesta edizione. In questo 2017 infatti il ricco cartellone di spettacoli ed eventi cambia nome, per trasformarsi in “Lecite visioni”. Un nome che sintetizza le due linee su cui si intende procedere. Da un lato la presa di coscienza che la cosiddetta legge Cirinnà ha sancito la fine di un illecito imposto dalla legge. Dall’altro, l’intenzione di continuare all’insegna di “visioni” di futuro che colmino le iniquità e le mancanze su cui è opportuno non fare calare l’attenzione.
Si inizia con “Atti osceni”
Ciò che oggi esiste non basta, dichiarano gli organizzatori, e anche il teatro deve sapersi rinnovare per continuare a parlare a un pubblico il più vasto possibile. In questo senso vanno le numerose novità. In primo luogo l’apertura del festival non più soltanto alla sala di via Filodrammatici, ma anche al teatro Elfo Puccini, da anni attento al tema in molte forme. Sarà sulle tavole di corso Buones Aires che si aprirà il festival, il 20 ottobre, con “Atti Osceni” che si preannuncia uno dei titoli più significativi della stagione dell’Elfo. Firmato dalla coppia Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, ripercorrerà i tre processi che videro Oscar Wilde e la sua omosessualità sul banco degli imputati.
Dai modi di intendere il maschile alla comicità lesbica
Dal 25 al 29 sarà invece la volta dei titoli ospitati ai Filodrammatici. Si comincerà con le “Ombre Folli”, un Inedito di Franco Scaldati in cui Enzo Vetrano e Stefano Randisi incarnano due modi opposti di viversi accomunati dal dirsi senza censure. La compagnia di teatro danza Fattoria Vittadini porterà invece in scena “Ilove”, interrogandosi sui modi di intendere il maschile, in un “duetto che parla d’amore”. La voce delle donne saranno invece il 27 le Brugole, alfiere del teatro comico in salsa lesbica, che in “Frì Frì” recupereranno il varietà per passare in rassegna le canzone “diversamente etero” (come da titolo di un loro precedente e fortunato lavoro) dagli anni Sessanta a oggi.
Uno sguardo internazionale
Il festival si farà però anche internazionale, con la presenza il giorno successivo della compagnia spagnola La Barca. Sarà di scena lo spettacolo “Praga”, seguito da un incontro gratuito con la compagnia. Incontro – a cura di Mario Cervio Gualersi – che si verificherà anche nell’ultima serata, con l’attore Pippo DelBono, in scena con “La Notte”: un monologo intenso, provocatorio e rabbioso tra amore e sesso.
Gattano, Dose e il “Fuori festival”
Gli incontri collaterali con gli artisti fanno parte di un’altra ricca costola del Festival, quella costituita dalle serate a tema che precedono e seguono gli spettacoli. Accanto ai due già citati ci sarà spazio per lo spettacolo di stand up comedy “Fuori!” di Daniele Gattano e per un incontro con Antonello Dose, voce del “Ruggito del Coniglio” di Radio 2, a tutto campo fra sieropositività e orgoglio. Ma non è ancora tutto. Parte del denso programma si svilupperà anche in un “Fuori festival” tutto musicale in città. A comporlo sarà il concerto di Roberta Lidia De Stefano (parte de Le Brugole) con Francesco Visconti, e quello della originale “chanteuse” Josephine Bijou, la “femme à la barbe”, con Mathieu Pastore alla voce e Simone Tangolo alla chitarra.
Un programma ricco, variegato e da scoprire per un festival che rinnovandosi vuole continuare a imporsi come appuntamento fisso e amato dai milanesi, prezioso per il teatro e per la comunità LGBT e non solo.