In diverse parti del mondo il diritto all’aborto è messo in seria discussione. In Spagna, invece, si è appena approvata una legge che garantisce le donne e le tutela nell’accesso all’interruzione di gravidanza. Così come in Italia, infatti, nel paese iberico chi decide di abortire può incontrare diverse difficoltà. Ma il Partito Socialista ha proposto una legge, approvata dal parlamento, che punisce chi ostacola tale diritto.
Come riporta Fanpage, da cui apprendiamo la notizia, chiunque «”al fine di ostacolare l’esercizio del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza” metterà in atto contro una donna “atti molesti, offensivi, intimidatori o coercitivi che ledano la sua libertà” verrà punito con il carcere». La pena «va da tre mesi a un anno di reclusione oppure c’è la sanzione con i lavori di pubblica utilità». E ancora: «Con questa legge rischiano le stesse pene anche tutte le persone che provano a intimidire gli operatori sanitari che lavorano nelle cliniche dove si fanno aborti».
Una norma di civiltà che limiterà le intrusioni da parte dei cosiddetti soggetti “provita”. I quali pensano di poter disporre liberamente del corpo femminile, obbligandolo alla gravidanza e alla maternità, anche contro la volontà delle donne. Una misura che servirebbe anche nel nostro paese, dove l’accesso all’interruzione di gravidanza – con il diritto all’aborto – è fortemente limitato. E in cui la politica dovrebbe avere più coraggio per respingere le richieste di quei movimenti che operano contro il principio di autodeterminazione.
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