Presentata ieri a Milano la terza edizione della mappa dell’intolleranza, a cura di Vox-Osservatorio Italiano sui diritti. Punto di osservazione privilegiato, il social network dei cinguettii, Twitter, da cui emergono dati tutt’altro che confortanti: donne, migranti e persone Lgbt sono nel mirino degli haters, gli “odiatori del web” che rivolgono contro queste categorie messaggi di odio e violenza, fenomeno che vede una recrudescenza in momenti particolari durante l’anno.
Sei gruppi sociali analizzati
Il progetto, come riporta la Stampa, è «realizzato in collaborazione con l’università Statale di Milano, l’università di Bari, La Sapienza di Roma e il dipartimento di sociologia dell’università Cattolica di Milano analizzando i commenti online». Si badi, ancora, che «è stato preso però in considerazione solo Twitter come social» e che le categorie sociali analizzate riguardano «sei gruppi: donne, omosessuali, immigrati, diversamente abili, ebrei e musulmani». La rilevazione si è svolta in dieci mesi e sono stati censiti oltre sei milioni di tweet.
Donne nel mirino: 6 messaggi su 10 contro di loro
Le donne sono la categoria più bersagliata tra tutte. Il numero di insulti rivolti contro di loro copre ben 326.040 tweet per il periodo che va dal 2017 al 2018, arrivando al 59,6% di tutti i messaggi negativi prodotti e pubblicati sul social network. Si è notato, ancora, che i picchi più alti si riscontrano in concomitanza dell’8 marzo o in occasione di fatti di cronaca specifici, quali gli scandali sessuali oppure i femminicidi. Nel momento in cui la questione femminile è posta sotto i riflettori.
L’odio contro gay, migranti, musulmani ed ebrei
Insieme a questo dato, emergono anche sentimenti di forte negatività contro i migranti in generale – 73.000 tweet contro di essi – e contro i musulmani, con 64.000 occorrenze. Anche in questi casi, l’odio sui social si accresce in concomitanza di sbarchi e fatti di cronaca relativi a queste categorie. Seguono quindi i cinguettii omofobi, che si assestano a oltre 22.000 occorrenze, fino ad arrivare ai 15.000 messaggi conto gli ebrei. Omofobia, xenofobia e antisemitismo trovano ancora spazio sul web. Un dato molto inquietante.
Milano, Napoli e Roma le città dell’odio
Secondo l’analisi svolta, si è notato che «più di un italiano su tre twitta il suo odio» contro le categorie di «persone considerate diverse, per appartenenza a culture differenti dalla nostra. I tweet intolleranti diminuiscono dove è più alta la concentrazione di migranti, dimostrando quindi una correlazione inversa tra presenza sul territorio e insorgere di fenomeni xenofobi: come a dire, conoscersi promuove l’integrazione». Le città più colpite dal fenomeno dell’odio sono Milano, Napoli e Roma. Ciò che colpisce, ancora, è la radicalizzazione del fenomeno: aumentano i tweet ma non chi li produce. Segno della viralità del fenomeno.