L’Irlanda compie il secondo miracolo nel giro di pochi anni. Dopo lo storico sì al matrimonio egualitario nel 2015, approvato dal voto popolare con più del 61 per cento dei sì, oggi gli irlandesi dicono sì anche al diritto all’aborto.
Già gli exit poll di ieri sera davano uno schiacciante 68 per cento a favore del sì e il restante 32 per cento per il no.
Il “sì” al 67,8% con punte del 77%
E se mentre scriviamo non sono ancora ufficiali i risultati, gli esiti dello spoglio delle diverse regioni del Paese confermano i dati degli exit poll con il sì che si attesterebbe intorno al 67,8 per cento. Anzi, in alcuni casi, si toccano punte del 74 per cento di favorevoli, come nel caso del Kildare North, e del 77 per cento come a Dublino.
Un plebiscito.
Referendum necessario
Un “sì”, va chiarito, all’abolizione del famigerato Emendamento 8 della Costituzione irlandese. Quello, cioè, che vietava l’interruzione di gravidanza in qualsiasi circostanza, costringendo le donne irlandesi a spostarsi nella vicina Inghilterra per potere abortire.
Il referendum, così come nel caso del matrimonio egualitario, si è reso indispensabile perché così l’ordinamento irlandese prevede che si possa cambiare la Costituzione.
A niente sono servite le aggressive campagne delle associazioni contrarie all’aborto, prevalentemente cattoliche integraliste, che hanno anche chiesto i rinforzi dall’estero.
Dall’Italia, tanti tra i più feroci oppositori all’aborto sono partiti alla volta di Dublino, per contribuire alla campagna del “no”. Inutilmente.
In attesa della festa, l’annuncio del premier
In questi minuti la folla si sta radunando davanti al Castello di Dublino, la stessa da cui si festeggiò il matrimonio egualitario, in attesa dei risultati definitivi.
So touching. This is what it's about #RepealThe8th pic.twitter.com/Ese8QjGwnf
— Niamh For Yes (@Niamh_Cupl) 26 maggio 2018
Nonostante manchi ancora l’esito finale, il premier, Leo Varadkar ha già annunciato che la legge sull’aborto sarà varata entro l’anno: “È stato il culmine di una rivoluzione silenziosa, che si è sviluppata nel paese durante gli ultimi 20 anni”.