L’Irlanda potrebbe diventare il prossimo paese a riconoscere l’identità di genere non binaria sui documenti ufficiali. L’attuale normativa della Repubblica d’Irlanda prevede che le persone trans possano cambiare genere sui documenti con un procedimento molto semplice e che non richiede interventi medici. Lo si può fare anche dai 16 anni in poi, ma per chi non ha raggiunto la maggiore età è necessaria una pronuncia di un tribunale.
Questa normativa, però, lascia ancora fuori le persone che non si identificano né come femmine né come maschi: le persone, appunto, non binarie.
La ministra alla Protezione Sociale Regina Doherty, appartenente al partito liberal conservatore Fine Gael, secondo quanto riporta il sito inglese Pink News ha promesso di rivedere la legge sull’identità di genere entro l’anno.
Rispondendo ad una interrogazione presentata dal partito Sinn Fèin, ha risposto che consulterà la comunità di persone trans e non binarie prima di mettere mano ad una nuova legislazione sul tema.
“Se da una parte i termini di riferimento e la composizione del gruppo di revisione sono ormai finalizzati – ha spiegato la ministra -, voglio rassicurarvi sul fatto che l’incontro con la comunità transgender e non binaria sarà essenziale per ispirare la riforma”.
Sebbene il Sinn Féin abbia accolto con favore la risposta di Doherty, il senatore Fintan Warfield ha spiegato che “le voci trans e non binarie non sono le uniche che il governo dovrebbe sentire: dovrebbero partecipare anche rappresentanti della comunità con esperienza”.
Warfield è lo stesso senatore che ha presentato il disegno di legge per estendere il diritto all’autodeterminazione anche ai ragazzi e alle ragazze di 16 anni. Un progetto a cui il governo ha detto che darà il suo appoggio per permettere alle persone trans di cambiare identità sui documenti a partire dai 16 anni senza dover seguire iter che coinvolgano i tribunali.
La notizia arriva dopo che la settimana scorsa aveva fatto molto discutere la storia di Searyl Atli Doty, il primo bimbo canadese a non avere ancora un certificato di nascita perché il genitore non vuole che ci sia “M” o “F”. L’unico documento che il piccolo ha ottenuto è la tessera sanitaria in cui c’è scritto “U” che sta per “undefined” o “undetermined” (indefinito o indeterminato).
Lo scorso mese lo stato di Washington DC era stato il primo negli Usa a riconoscere le persone non binarie sui documenti permettendo loro di scegliere la lettera “X” sia per la carta di identità che per la patente di guida. Qualche giorno fa, anche l’Oregon ha adottato una normativa simile.
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