Le autorità lo hanno vietato, ma l’Istanbul Pride si farà lo stesso. Per il quarto anno di seguito la comunità lgbt turca subisce una censura da parte dello Stato, ma esattamente come negli anni precedenti, domani la marcia dell’orgoglio arcobaleno tenterà di sfilare per le strade della città.
Quest’anno la motivazione ufficiale del divieto è legata a presunte ragioni di sicurezza. In uno status pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale della Istanbul LGBTI+ Pride Week, la decisione di vietare la manifestazione viene definita “discriminatoria e illegittima”.
“Il governo alimenta discriminazioni”
“Questa marcia è organizzata per combattere contro la violenza e la discriminazione – si legge – alimentata dalla decisione del governo. Vogliamo informare la stampa e i lettori che andremo avanti con la nostra marcia orgogliosa e con le stesse ambizioni che avevamo prima”.
Il più grande pride in un paese musulmano
Fino a qualche anno fa, il pride di Istanbul era in più grande e partecipato che si sia mai svolto in un paese musulmano. Ma da quattro anni a questa parte viene vietato e regolarmente represso con la violenza.
L’omosessualità, in Turchia, non è reato come invece in altri paesi a maggioranza musulmana. Ciò nonostante, negli ultimi anni si è registrato un esacerbarsi dell’ostilità nei confronti delle persone lgbt.
Giovedì scorso, ad Ankara, la polizia ha vietato la proiezione del film Pride motivando la scelta con questioni di sicurezza pubblica.
“In piazza insieme agli attivisti turchi”
Domenica a Istanbul ci saranno diversi attivisti e attiviste dal resto d’Europa, giunti in support della comunità locale. Tra questi anche Yuri Guaiana, senior campaigns manager di All Out.
“Come membro del consiglio d’Europa, la Turchia è tenuta a garantire la libertà d’espressione e di manifestazione pacifica – dichiara Guaiana a Gaypost.it -. Il governatore di Istanbul deve quindi rimuovere questo divieto e consentire al pride di svolgersi in sicurezza”. “Continueremo a stare al fianco delle persone LGBTI a Istanbul e in Turchia – conclude -. Le autorità possono anche continuare a proibire manifestazioni pacifiche e silenziare il dissenso, ma non riusciranno mai a placare la fame di libertà, rispetto e verità che sono al cuore del Pride”. All Out ha lanciato una petizione per chiedere che venga tolto il divieto.