Si è svolta ieri sera, al Gay Village di Roma, la premiazione della terza edizione degli Italian Gaymes, la competizione sportiva Lgbt e gay friendly «all’insegna del rispetto, dell’amicizia e dell’uguaglianza», come si legge nel sito dell’evento, che si è tenuta nella capitale dal 7 al 9 luglio. Organizzata dall’associazione Gaycs e supportata da altre sigle del mondo associativo (quali Anddos) e dell’imprenditoria, la manifestazione è arrivata al suo terzo anno consecutivo e ha visto la partecipazione di oltre un migliaio di atleti e atlete tra le varie discipline.
Condotta da Adriano Bartolucci Proietti e da Jessica Pazienza, la premiazione ha visto l’alternarsi di interventi musicali, come l’esibizione di Irene Calvia e della sua band, giovani promesse della musica italiana. Madrina d’eccezione, Maria Laura Annibali, presidente del Di Gay Project che ha consegnato le medaglie e le coppe alle squadre vincitrici. Tra queste, ricordiamo le Aquile e la Virtus Ostia per il calcetto maschile e femminile, la Nazionale Italiana Gay Friendly, i Free Dreams per la pallavolo e la Fortitudo, squadra arrivata seconda agli Euro Gaymes e ospitata sul palco proprio perché Roma, nel 2019, ospiterà i giochi sportivi europei e gay-friendly. Ha chiuso la serata la presenza di Elena Russo e il saluto finale della preside del Village, Vladimir Luxuria.
Si dichiara molto soddisfatto il coordinatore nazionale di Gaycs, Adriano Bartolucci Proietti, che a Gaypost ha annunciato che si è già al lavoro per preparare la quarta edizione dell’evento, nel 2017. «Il bilancio è più che positivo, abbiamo fatto uno sforzo grandissimo e ci sono ancora molte difficoltà, per lo più di tipo economico. Però non possiamo che ritenerci soddisfatti, perché riscontriamo che l’interesse è cresciuto intorno agli Italian Gaymes». Ritorna, inoltre, sullo sport come elemento di coesione tra le diversità e tra i popoli: «Dobbiamo continuare a lavorare su questo fronte, soprattutto di fronte a fatti come Orlando e di fronte alla persecuzione dell’omofobia: lo sport mette tutti sullo stesso piano, appiana le differenze, ti dà delle regole, ti fa confrontare con te stesso. E chi come noi è abituato a mettersi alla prova, penso al coming out, la competizione sportiva rappresenta lo strumento migliore per superare i propri limiti».
L’edizione del 2016 si è svolta anche all’insegna dell’emozione, soprattutto quando è scesa in campo la Nazionale Gay Friendly «vedere la maglia azzurra contornata dal rainbow è stata una sensazione fortissima» ci dice ancora Bartolucci Proietti, «ti fa sentire importante, ti fa capire che anche noi ci siamo». E la macchina dell’organizzazione è già in moto, non solo per preparare l’appuntamento della prossima estate, ma anche per gli Euro Gaymes: «Gli Italian Gaymes sono la nostra palestra per l’appuntamento del 2019. Spero di poter ospitare nelle prossime edizioni anche alcune rappresentanze estere, per avvicinarci all’obiettivo finale». Obiettivo che si mostra ambizioso. L’energia c’è. Non resta che aspettare le estati che verranno.
Purtroppo devo mettere in evidenza la pessima organizzazione. La gay run è stata prima annunciata poi dal sito sono scomparsi i banner ma nei vari bollettini come quello del Gay Village venivano fornite data e ora di partenza. Intanto sul sito dei Gaymes era possibile iscriversi e procedere al pagamento della quota di partecipazione. Insomma una gran confusione. Qualche giorno prima ho inviato una mail per chiedere maggiori informazioni, vista la confusione, ma nessuno si è preoccupato di rispondermi. Insomma mi hanno fregato 10 euro e la gara non si è tenuta. Bastava un annuncio sulla loro pagina facebook in cui comunicavano che la gara non si sarebbe svolta. Se queste sono le premesse sicuramente andremo a fare una gran figura di merda organizzando gli Euro gay games. In giro c’è molta gente in cerca di visibilità e usa la comunità GLBT come pretesto.