Arrivata in Brasile per partecipare ad una conferenza intitolata “La fine della democrazia”, la filosofa e docente di Berkley Judith Butler, autrice di molti scritti sugli studi di genere e la teoria queer, è stata oggetto di violente proteste.
“Strega”
Un centinaio di attivisti di locali associazioni “no gender” si sono ritrovati fuori dallo stabile di San Paolo in cui si teneva l’incontro per protestare contro la presenza di Butler, definita “strega” e contro la quale alcuni cori invocavano il rogo. Una chiara evocazione della pratica ecclesiastica medievale che bruciava sui roghi le donne identificate come streghe. Un fantoccio che la rappresentava è stato effettivamente bruciato durante la protesta.
Il libro su Israele
All’origine della protesta non ci sono solo le idee di Butler in tema di genere e identità, ma anche il suo ultimo libro in cui critica aspramente Israele e il sionismo, intitolato “Divergent Paths – Judaism and Criticism of Sionism” (Percorsi differenti – Giudaismo e critica al sionismo).
La campagna contro Butler era iniziata sui social network e non è finita con le proteste al convegno.
L’aggressione all’aeroporto
Una volta giunta in aeroporto, la filosofa è stata aggredita da un gruppo di militanti che sventolavano cartelli che la ritraevano con delle corna disegnate sulla testa. “Via dal Brasile, assassina” e “distruttrice della famiglia e della tradizione” sono alcune delle urla rivolte contro Butler.
La scena è stata ripresa in un video pubblicato dal gruppo Ativistas Indipendentes sulla propria pagina Facebook.
Per permettere a Judith Butler di imbarcarsi, è dovuto intervenire il servizio di sicurezza dell’aeroporto. I manifestanti continuavano a seguirla e ad urlare contro di lei “fuori dal Brasile” nonostante stesse, appunto, per partire.