La vicenda della scuola materna Alfa Beta Gamma di Perugia, dove la visione del film Kung Fu Panda 3 è stata annullata dopo che alcuni genitori si erano opposti perché il cartone animato sarebbe “gender”, sta suscitando molte reazioni.
“Quanto si legge nelle ricostruzioni dei giornali e nei post degli stessi genitori della scuola ha dell’assurdo – commenta Patrizia Stefani, co-presidente di Omphalos – che una scuola statale arrivi a negare la visione di un cartone animato solo per le proteste di alcuni genitori cattolici integralisti è inaccettabile. Soprattutto se le proteste si basano su di una fantomatica teoria, quella “gender”, la cui esistenza è stata già smentita dallo stesso Ministero dell’Istruzione“.
Il riferimento è alla presa di posizione della ministra Giannini che aveva definito la presunta “teoria gender” come una “truffa culturale” assicurando anche che, se le circostanze lo avessero richiesto, il ministero avrebbe provveduto a intraprendere azioni legali.
“Chiederemo subito un intervento della Regione – aggiunge Emidio Albertini, co-presidente di Omphalos – questi episodi di censura non possono essere tollerati nelle nostre scuole. Stiamo assistendo ad una situazione inverosimile, dove dirigenti scolastici e insegnanti, pur di non avere grane da alcuni militanti dei movimenti cattolici integralisti, abdicano al loro ruolo in favore del contrasto a fantomatiche teorie, costruite a tavolino solo per combattere l’uguaglianza delle persone LGBT”.
Raggiunta al telefono da GayPost, la Garante dell’Infanzia per l’Umbria, Maria Pia Serlupini ha fatto sapere di riservarsi di approfondire la vicenda e le responsabilità specifiche, prima di prendere posizione. Ma ha tenuto a precisare che “è vero che esiste l’articolo 30 della Costituzione che garantisce la libertà di educare i figli secondo i propri principi, ma esiste anche la libertà d’insegnamento ed è anch’essa garantita dalla Carta Costituzionale“.