La vicenda di Rossana, lavoratrice in transizione a cui era stato vietato di indossare abiti femminili sul posto di lavoro, è purtroppo molto simile a quella di altre persone transessuali.
Accade spesso, infatti, che la transizione non sia accettata positivamente sul luogo di lavoro.
Da ciò nasce l’esigenza di spiegare esattamente quali sono i diritti sul lavoro di una persona transessuale che inizia la sua transizione per il cambiamento di sesso.
Per prima cosa consigliamo sempre di inviare una comunicazione per iscritto ai datori di lavoro e al responsabile del personale con la quale li informate del vostro percorso di transizione, che comprende informarli del fatto che indosserete abiti del vostro genere percepito e vorreste essere chiamati con il vostro nome eletto.
La Disforia di Genere, del resto, è uno stato in cui il sesso biologico del soggetto non corrisponde al genere percepito e la sua “evoluzione” prevede l’adeguamento dei tratti somatici alla percezione psichica di sé.
Questo adeguamento, riguarda, come ovvio che sia, tutti gli ambiti della vita di una persona, compreso l’ambito lavorativo.
Dopo aver inviato questa comunicazione se, come nel caso di Rossana, i vostri datori di lavoro vi dicono che “non accettano” la vostra transizione, o addirittura vi impediscono di esprimere la vostra identità di genere sul posto di lavoro, o vi discriminano con offese, derisioni, demansionamenti dovrete ricordare loro che:
- L’identità di genere è un fattore espressamente tutelato dalla nostra Legge.
- Il combinato disposto fra gli artt. 2 e 3 della Costituzione e la Legge 164/82 tutelano espressamente il diritto all’identità di genere come uno dei fattori basilari su cui il benessere di una persona si fonda.
- La direttiva 2006/54/CE riguardante l’attuazione del principio della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego, recepita nel nostro ordinamento con D.Lgs. n. 5 del 2010, si enuncia espressamente in favore delle persone che abbiano o intendano subire un cambiamento di sesso.
In poche parole afferma la piena sanzionabilità delle discriminazioni nei confronti dei lavoratori che abbiano o intendano cambiare sesso. - Infine ricordate sempre che in base al più generale principio sancito dall’art. 15 dello “Statuto dei Lavoratori” è vietata qualsivoglia discriminazione nei confronti di un lavoratore e che il D.Lgs 81/08, impone ad datore di lavoro di attivarsi per mantenere il benessere “psico-fisico” dei propri lavoratori.
Quindi come persona trans POTETE pretendere un trattamento equiparato a quello di ogni altro lavoratore.
POTETE ribellarvi ad ogni “intimidazione”, scherno, dileggio o discriminazione subita in ragione della vostra transizione e farvi supportare da legali esperti nel contrasto alle discriminazioni.