Primo rinvio per la legge contro l’omofobia, la bifobia, la transfobia.
Oggi avrebbe dovuto essere il giorno in cui il testo unificato approdava alla Commissione Giustizia della Camera per iniziare la discussione generale. Il testo, frutto della fusione delle diverse proposte depositate in commissione, era pronto da giorni, come ha rivelato l’Espresso.
Omobitransfobia? Altre priorità
Questo però, non succederà. Il motivo? “Altre priorità” legate ai decreti del Governo per l’emergenza coronavirus.
In particolare la Commissione deve discutere un provvedimento che riguarda le carceri, le intercettazioni e altre misure decise in tema di giustizia amministrativa e contabile. Il decreto scade il 29 giugno, quindi bisogna che il voto arrivi subito.
A quanto si apprende, però, hanno avuto un ruolo anche le opposizioni che avrebbero pressato per rimandare la discussione.
L’omobitransfobia, insomma, può attendere. Tutto rinviato, quindi, alla settimana prossima.
E’ probabile che questo significhi anche uno slittamento della discussione in aula della Camera. Una volta depositato in commissione, infatti, il testo contro l’omobitransfobia dovrà superare la discussione generale e il prevedibile ostruzionismo delle opposizioni.
Le minacce a Zan
Intanto il primo firmatario della legge, il deputato del Pd Alessandro Zan, ha reso noto ieri tramite Facebook di avere ricevuto alcune minacce di morte.
Insulti omofobici piuttosto violenti sono arrivati all’onorevole padovano tramite il social network. “Ricchione, ritira la legge o farai una brutta fine” è solo uno dei messaggi ricevuti da Zan.
Al deputato è arrivata la solidarietà di Monica Cirinnà, fresca di nomina a capo del dipartimento Diritti del Pd, e del segretario del partito Zingaretti. “Zan sta portando avanti una battaglia coraggiosa per dare all’Italia una legge contro l’omofobia – scrive il segretario sulla sua pagina Facebook -. Caro Alessandro, tutto il Partito Democratico è con te, contro l’odio e le discriminazioni. Un abbraccio!”.