“La discussione inizierà il 20 ottobre per approvare la legge il 22”. Così, durante una diretta video, l’onorevole Alessandro Zan ha annunciato l’inizio dei lavori sulla legge contro l’omofobia, la transfobia, la bifobia, la lesbofobia e la misoginia.
Si inizia da subito con il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate da Lega e Fratelli d’Italia. Un tentativo di bloccare la legge dichiarandola da subito incostituzionale. Su questo è previsto il voto segreto.
Lega e FDI, spiega Zan, chiederanno il voto segreto anche sugli emendamenti. Una cosa facile da ottenere perché il regolamento della Camera prevede che basti la richiesta di 30 deputati. E il voto segreto rappresenta sicuramente l’aspetto più insidioso. Anche nella maggioranza, infatti, si registrano alcune voci dissenzienti almeno su alcune parti del testo. Una fra tutte, la definizione di identità di genere o, addirittura, l’inserimento stesso dell’identità di genere nella legge.
Questa mattina, sempre alla Camera, la Rete Ready ha annunciato un’azione congiunta di tutti gli enti locali che aderiscono a supporto proprio della legge Zan.
“Ad iniziare dal 1° ottobre, le realtà aderenti alla rete Ready – si legge in una nota – potranno presentare nei rispettivi consigli un identico Ordine del Giorno a sostegno della Legge”.
“Gli enti locali, in quanto enti più vicini a cittadini e cittadine, conoscono i loro territori e sanno quanto l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, assieme al sessismo, sono purtroppo presenti nelle nostre comunità. Da loro arriva un importante messaggio al legislatore e al governo: abbiamo bisogno di questa legge. E ne abbiamo bisogno adesso – sostiene il Coordinatore della Rete READY, l’Assessore ai Diritti della Città di Torino Marco Alessandro Giusta -. Auspico che quanti più enti locali presentino questo documento in modo che il dibattito restituisca l’immagine di un Paese dove le persone LGBT e le donne che subiscono sessismo e misoginia non siano solo numeri e statistiche ma amiche e amici, parenti, figli e figlie, vicine e vicini di casa, colleghe e colleghi di lavoro”.
“Invito anche le realtà che non fanno ancora parte della Rete a condividere questa iniziativa – conclude Giusta -. Perché costruire una cultura istituzionale e politica di contrasto alle discriminazioni è precisa responsabilità di ogni rappresentante istituzionale”.
Hanno già aderito all’iniziativa di Rete Ready: Aversa, Bari, Bologna, Caserta, Castelmaggiore (BO), Castelnuovo Berardenga (SI), Chioggia (VE), Città Metropolitana di Torino, Civitella In Val Di Chiana (AR), Crema (CR), Cremona, Empoli (FI), Gradisca D’Isonzo (GO), Impruneta (FI), Lecce, Marciano Della Chiana (AR), Modena, Monte San Savino (Ar), Murlo (SI), Napoli, Nichelino (TO), Padova, Palermo, Parma, Pontassieve, Provincia di Pistoia, Reggio Emilia, Regione Puglia (Presidenza), Rimini, Roma Municipio VIII, Savigliano (CN), Casoria, Torre Annunziata, Settimo T.Se (TO), Stornarella (FG), Torino, Torre Pellice (TO), Trento, Turriaco (GO), Vico Equense (NA).
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