Berlusconi ha parlato ed ha detto no alla legge Zan. Lascia, comunque, libertà di coscienza ai suoi parlamentari.
“La legge Zan sull’omofobia rappresenta un passo indietro sul piano della libertà d’espressione che un movimento liberale come Forza Italia non può condividere né sostenere” scrive Berlusconi. “In questi giorni i nostri rappresentanti in Commissione Giustizia alla Camera hanno svolto un prezioso lavoro per limitare i danni della nuova disciplina, ma il testo è comunque lontanissimo dalla nostra cultura giuridica dei diritti e delle garanzie – aggiunge -. Per questo il voto di Forza Italia non potrà che essere contrario”. Eventuali posizioni favorevoli alla legge sono “posizioni individuali, certamente legittime in un grande partito liberale”, ma “non costituiscono la linea del nostro Movimento”.
E’ questa la reazione del leader azzurro all’accordo sulla cosiddetta “clausola salva idee” giunto nel primo pomeriggio di oggi.
L’accordo è stato raggiunto dalla maggioranza proprio con Forza Italia, o meglio con il deputato Costa. Costa aveva presentato un emendamento-fotocopia del tristemente noto “Gitti-Verini” responsabile del fallimento della legge Scalfarotto contro l’omotransfobia.
In realtà, le idee non erano mai state sotto minaccia dal testo di Zan. Com’è stato più volte spiegato, infatti, la legge non conteneva nessun reato di “propaganda” né tanto meno di opinione. Perché una “clausola salva idee” dunque?
L’obiettivo è assicurarsi proprio alcuni voti del partito di Berlusconi. E’ chiaro, infatti, che alcuni pezzi della maggioranza potrebbero fare mancare il proprio supporto in aula sfruttando il voto segreto. Ad esempio, l’ala più cattolica del Pd e di Italia Viva.
L’accordo, però, è in queste ore oggetto di critiche accesissime da parte di attivisti e attiviste che lo giudicano uno svuotamento della legge stessa che la renderebbe inefficace. Insomma, il bis del ddl Scalfarotto.
Parla, invece, di “importantissimo passo” il Partito Democratico. “L’approvazione a larga maggioranza di un emendamento riformulato dal relatore Zan, sulla base di quello presentato dai deputati di Forza Italia a prima firma Costa rappresenta un punto davvero importante, è la dichiarazione di Walter Verini, responsabile Giustizia del Pd.
Lo stesso Verini autore dell’emendamento che affossò la legge Scalfarotto a cui Costa disse di essersi ispirato per il suo.
Secondo Verini, il voto di oggi “tiene insieme la tutela dei diritti e della dignità delle persone, perché contrasta penalmente e culturalmente ogni forma di odiosa e pericolosa istigazione e al tempo stesso tutela la libera espressione e il pluralismo delle idee”. Ancora una volta va ribadito che la libertà di espressione non è mai stata messa in dubbio dal testo originario della legge. Per Verini, comunque, così si “toglie terreno ad atteggiamenti retrivi e inaccettabili da parte di forze estremiste che si oppongono ossessivamente a qualsiasi legge che aiuti questo Paese, nel rispetto della Costituzione, ad essere più civile e più europeo”.
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