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Legittima difesa contro l’omofobia. Il muro della coppia di Grezzana

Da quella notte fatta di benzina buttata sul ballatoio, svastiche e scritte contro gli omosessuali, la vita di Angelo e Andrea non è stata più la stessa. Aggressioni fisiche a suon di schiaffoni in piazza Bra, benzina gettata in faccia e lettere di minacce, nessun indagato, per questo Angelo e Andrea hanno deciso di proteggersi da soli. Hanno costruito un muro alto due metri e lungo 41, come certificato dalla polizia locale di Grezzana. È fatto di «pannelli in lamiera acciaio» e ha il colore della ruggine circonda adesso la loro casa a Grezzana.

Recinzione abusiva

Organizzarsi da soli per difendersi dall’omofobia che invade il paese e la region: “Non c’è rumore che non ci faccia sobbalzare, non c’è notte che dormiamo senza svegliarci di soprassalto“, raccontano al Corriere Veneto. Ma quella recinzione per il Comune di Grezzana è abusiva. È sì sul terreno della casa in cui vivono Angelo e Andrea, ma non rispetta alcuni vincoli, in particolare quello della «fascia di rispetto di metri 150 dal torrente Valpantena». Per questo nei confronti della coppia è stato aperto un procedimento «per l’avvio delle procedure sanzionatorie».

Sotto attacco costante

Un provvedimento contro il muro, eppure poca reazione da parte della polizia contro quegli «atti intimidatori» mai finiti. Angelo il 30 marzo scorso durante i giorni convulsi del Congresso mondiale delle Famiglie è stato nuovamente aggredito verbalmente in piazza Bra, da un ragazzo che ha denunciato e che è stato bloccato dalla Digos. La sera dopo quando è tornato a casa ha trovato la porta d’ingresso bloccata con una sedia in legno. Qualcuno che, probabilmente, voleva bloccarli nell’appartamento. E che sul ballatoio ci è arrivato proprio passando al basso muricciolo che divide la proprietà dalla riva del torrente.

Una vita in gabbia

«Viviamo in gabbia», dicono guardando quella recinzione. Una gabbia che si sono costruiti loro. «È appena stato approvata la legittima difesa. Questa non è legittima difesa? O lo è solo quella delle armi? Noi viviamo nel terrore, abbiamo cercato una soluzione…». Che però si scontra con le leggi. «Quelle che – risponde il sindaco di Grezzana Arturo Alberti – noi siamo tenuti a far rispettare. Ad altri che avevano regolarmente chiesto di fare lavoro simili a quello è stato detto di no. Loro non hanno neanche presentato la domanda. Adesso si tratta di trovare una soluzione per un’opera che al momento è abusiva. Sono pronto a incontrarli e disponibile a cercare con loro una via d’uscita, ovviamente nei limiti della le

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