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Lombardia: comune trascrive l’atto di nascita di una bambina con due papà senza l’intervento di un giudice

È forse il primo caso di trascrizione di un atto di nascita con due papà che avviene senza che debba intervenire un giudice. La coppia, assistita dall’avvocato Michele Giarratano, ha appreso la notizia questa mattina. “Ho versato tante lacrime, finalmente dopo tre anni di battaglia ce l’abbiamo fatta” dice a Gaypost.it Daniele, uno dei due papà della bambina nata tre anni fa in Canada grazie alla gestazione per altri.

La felicità dei due padri

Stento ancora a crederci – aggiunge Giuseppe, l’altro padre della piccola -: quando stamattina hanno chiamato dal comune pensavo ci fosse un altro problema. Invece no: siamo andati lì e ci hanno detto che era stato trascritto. È anche una piacevole novità che in questo paese una cosa del genere vada a buon fine al primo colpo”.
Non è stato un percorso semplice, nonostante sia i funzionari dell’anagrafe che la sindaca della cittadina lombarda in cui vive la coppia si fossero dimostrati da subito molto disponibili.
La coppia in un primo momento ha proceduto come tutte le coppie ovvero chiedendo e ottenendo la trascrizione dell’atto di nascita solo con il nome del padre biologico.
Successivamente, sulla base del provvedimento del giudice canadese che riconosce entrambi i padri, è stato chiesto che si rettificasse della trascrizione aggiungendo il nome anche dell’altro papà.

Ufficialmente una famiglia

“È come se fosse nata un’altra bambina, oggi – continua Giuseppe -: finalmente nostra figlia ha due padri anche per lo Stato e siamo tutti, ufficialmente, una famiglia. Se dovesse succedere qualcosa al padre biologico, l’altro potrà prendersi cura di lei come è giusto che sia”.
La coppia si era sposata in Canada nel 2011. “Abbiamo scelto il Canada, allora, perché volevamo che sia il matrimonio, sia la nascita della nostra bambina avvenissero nello stesso posto” spiega Giuseppe a Gaypost.it. E così è stato. A fine 2013 è nata la piccola, grazie ad una portatrice che tutt’ora è in contatto con la famiglia. “Ci sentiamo ogni 15 giorni – racconta Giuseppe – e le mandiamo regolarmente foto della bambina. C’è un ottimo rapporto tra noi. E ci tengo a sottolineare che per la gestazione lei ha ricevuto solo il rimborso delle spese sanitarie. Niente altro”.

Lo studio approfondito dell’amministrazione

“Spero che questa storia serva ai ragazzi gay più giovani – dice Daniele -, quelli che ancora non hanno fatto coming out e che magari hanno paura e tanti dubbi. Tutti possiamo avere una famiglia e diventare papà, se lo vogliamo”.
Prima di aggiungere il secondo papà all’atto di nascita della piccola, l’amministrazione ha voluto verificare tutto il verificabile. Per questo ha esaminato le recenti sentenze, tra cui quella di Trento, ma anche quelle che riguardano le stepchild adoption e affrontano la questione dell’ordine pubblico, solitamente  citata per non procedere alle trascrizioni.
Alla fine di uno studio puntiglioso e approfondito, l’amministrazione ha proceduto con la rettifica chiesta dalla coppia forse, come si diceva all’inizio, per la prima volta senza che i papà abbiano dovuto fare ricorso ad un giudice.

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