È forse il primo caso di trascrizione di un atto di nascita con due papà che avviene senza che debba intervenire un giudice. La coppia, assistita dall’avvocato Michele Giarratano, ha appreso la notizia questa mattina. “Ho versato tante lacrime, finalmente dopo tre anni di battaglia ce l’abbiamo fatta” dice a Gaypost.it Daniele, uno dei due papà della bambina nata tre anni fa in Canada grazie alla gestazione per altri.
Non è stato un percorso semplice, nonostante sia i funzionari dell’anagrafe che la sindaca della cittadina lombarda in cui vive la coppia si fossero dimostrati da subito molto disponibili.
La coppia in un primo momento ha proceduto come tutte le coppie ovvero chiedendo e ottenendo la trascrizione dell’atto di nascita solo con il nome del padre biologico.
Successivamente, sulla base del provvedimento del giudice canadese che riconosce entrambi i padri, è stato chiesto che si rettificasse della trascrizione aggiungendo il nome anche dell’altro papà.
“È come se fosse nata un’altra bambina, oggi – continua Giuseppe -: finalmente nostra figlia ha due padri anche per lo Stato e siamo tutti, ufficialmente, una famiglia. Se dovesse succedere qualcosa al padre biologico, l’altro potrà prendersi cura di lei come è giusto che sia”.
“Spero che questa storia serva ai ragazzi gay più giovani – dice Daniele -, quelli che ancora non hanno fatto coming out e che magari hanno paura e tanti dubbi. Tutti possiamo avere una famiglia e diventare papà, se lo vogliamo”.
Prima di aggiungere il secondo papà all’atto di nascita della piccola, l’amministrazione ha voluto verificare tutto il verificabile. Per questo ha esaminato le recenti sentenze, tra cui quella di Trento, ma anche quelle che riguardano le stepchild adoption e affrontano la questione dell’ordine pubblico, solitamente citata per non procedere alle trascrizioni.
Alla fine di uno studio puntiglioso e approfondito, l’amministrazione ha proceduto con la rettifica chiesta dalla coppia forse, come si diceva all’inizio, per la prima volta senza che i papà abbiano dovuto fare ricorso ad un giudice.
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