Picchiava la figlia perché lesbica. Questa l’accusa rivolta ad una donna di Detroit che avrebbe usato violenza contro la figlia quindicenne colpevole solo di assecondare i propri sentimenti.
Gli investigatori non sembrano avere dubbi sui motivi all’origine della violenza: è stata l’omosessualità della giovane ha scatenare l’assurda violenza.
Era l’11 novembre, la giovane – ha raccontato- si trovava a scuola quando la madre trova una lettera d’amore tra la figlia ed un’altra ragazza: l’aveva nascosta proprio perché temeva una reazione violenta da parte della madre. Ed è proprio ciò che è avvenuto: la donna si è presentata a scuola, ha riportato la figlia a casa e l’ha picchiata urlandole insulti omofobi.
“[Mia madre] mi ha detto: ‘Non sarai più mia figlia e non puoi più vivere in questa casa’” ha riferito la ragazza.
“Mi ha spinta, afferrata e scossa. Mi ha sbattuta di nuovo al muro. Mi ha strattonata”.
La donna, di cui preferiamo non diffondere l’identità dato che la figlia è minorenne, dovrà ora rispondere di abuso, violenza privata e percosse su minore. Al momento, è stato proibito qualsiasi contatto tra la giovane vittima e la madre e, secondo quanto riferisce Fox 2 Detroit, la giovane si trova ora sotto la custodia del padre.
La piaga dei giovani lgbt sbattuti fuori di casa
Il caso di Detroit non è unico e nemmeno raro. Negli Stati Uniti il tema è caldo e numericamente rilevante al punto che esistono associazioni nate proprio allo scopo di tutelarle i giovani cacciati di casa oltre a progetti che si occupano del disagio dei giovani Lgbt discriminati come “It gets better”.
È di pochi giorni fa la notizia che ha visto le icone gay Lady Gaga e Madonna far visita all’Ali Forney Centre di New York in occasione del Giorno del Ringraziamento. Discriminati e allontanati dalle loro famiglie a causa del loro orientamento sessuale, questo centro è divenuto casa, rifugio e vera famiglia per coloro che sono stati abbandonati perché, parole di Madonna, “tutti quanti meritano di essere amati e di avere una casa”.