Sua figlia, di appena 13 anni, passava quasi esclusivamente il proprio tempo con altre ragazze. Per questo la madre si era convinta che potesse essere lesbica. Una possibilità, per lei, da scongiurare in tutti i modi tanto che aveva incoraggiato l’amicizia con un ragazzo di 18 anni e lo aveva spinto ad avere rapporti sessuali con la ragazzina. Sempre con il 18enne la donna, di 57 anni, aveva intrattenuto una relazione.
La condanna
È successo a Torino dove qualche giorno fa la donna è stata condannata a quattro anni e sei mesi di reclusione per concorso in atti sessuali con minore e alle pene accessorie di perdita della responsabilità genitoriale, esclusione dalla successione della figlia e interdizione perpetua da qualunque incarico in scuole, uffici, istituzioni frequentate prevalentemente da minori. Il ragazzo, invece, ha patteggiato ed è stato condannato a un anno e otto mesi con la condizionale per violenza sessuale.
“Era un bravo ragazzo”
I fatti, a dire il vero, risalgono al 2008. In quel periodo il diciottenne era stato ospite per qualche mese in casa della donna, da poco separatasi dal marito. Durante la sua deposizione in aula, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, la donna ha spiegato di essere “preoccupata per mia figlia che stava quasi sempre con le sue amichette: non mi dispiaceva che fosse la sua fidanzatina. Lui era un bravo ragazzo e non pensavo andassero oltre i baci, di affetto, che c’erano stati”.
“Mi dava stabilità”
Il sesso, in realtà, c’è stato anche con la donna che ha dichiarato di “avere ceduto una volta”. “Era una brava persona – ha detto -, mi dava stabilità, mio marito se n’era andato via di casa”.
Da alcune lettere della ragazzina, la madre ebbe la conferma che il rapporto tra i due era continuato e che c’erano stati anche dei rapporti sessuali. Ma la versione fornita dalla madre, secondo cui si sarebbe tanto arrabbiata con i due ragazzi da prendere la figlia a schiaffi, contrasta con quella fornita dai giovani.
L’intervento della preside
È grazie all’intervento della preside della scuola alla quale la ragazzina dopo un paio di anni raccontò tutto, che la storia è venuta a galla e che sono intervenuti i servizi sociali. “Mia figlia aveva avuto una relazione con un’altra ragazza” ha riferito la donna ai giudici, motivo per il quale aveva deciso di prendere dei suoi personalissimi “provvedimenti”.