Si intitola #MagnateOLimone – tradotto “Mangiati il limone” – ed è lo slogan del Sorrento Pride, che chiuderà la stagione dei pride il prossimo 14 settembre (insieme a Novara). «Un’espressione napoletana ironica, utilizzata per dire a qualcuno di accettare la realtà, anche se appare scomoda», possiamo leggere sulla pagina Facebook dell’evento. E si accompagna ad una campagna di otto scatti (potete vedere le immagini a questo link) che pone subito l’accento sulla diversità, in ogni sua forma. Ne abbiamo parlato con il suo ideatore, nonché portavoce del pride, Gianluca Paudice.
«Abbiamo voluto dar voce ad alcuni tra i bersagli più colpiti dalla politica più populista» dichiara a Gaypost.it l’attivista campano, da ben tredici anni nell’associazionismo Lgbt «dall’odio sui social, dai pregiudizi della vita di tutti i giorni: per sentirci integrati nella società spesso ci omologhiamo, viviamo con disagio le nostre differenze o le nascondiamo nell’armadio». A tutto questo, la campagna del Sorrento Pride oppone un altro modo di vedere le cose: « Vogliamo dire a chi ci discrimina che gli armadi ormai ci stanno stretti, che i tempi sono cambiati e che non siamo più dispost* ad adeguarci restando in silenzio; a cinquant’anni da Stonewall è tempo che il limone lo mangi chi ci opprime, e non più chi è oppresso!»
Dal sorriso irriverente, Gianluca si rivolge a noi con il suo stile libero e fuori dalle convenzioni. Anche quelle giornalistiche. Quando gli chiediamo se si aspettavano il successo della campagna, divenuta subito virale, ci risponde così: «Forse non in questa misura, ma un po’ sì. A volte una comunicazione autentica, inclusiva e divertente genera più empatia e interazioni della classica campagna coi bei ragazzi in mutande. Con tutto il rispetto per i boni svestiti, sia chiaro!» Poi torna serio, e si rivolge alla sua comunità, alla città: «Chiediamo alla comunità sorrentina di accogliere questa parata senza pregiudizi, di condividere con gioia un momento di riscatto e assieme di festa per il nostro territorio, di comprendere che la diversità non rappresenta una minaccia e non ci toglie nulla, semmai ci arricchisce e ci libera!»
Intanto la manifestazione comincia a far presa, tra la gente: «Dopo un’iniziale freddezza adesso le persone iniziano a parlare del Pride e a partecipare ai nostri eventi». Il segreto? Gettare lo sguardo oltre l’orizzonte delle classiche battaglie di movimento, aprendosi alla società tutta. Attraverso la “parola magica”: «L’impianto intersezionale ed attento alle tematiche ecologiche ci sta facendo fare rete con realtà che fino ad ora non si erano ancora avvicinate» ci dice ancora Gianluca.
Anche l’amministrazione lancia segnali: «Un altro dato molto incoraggiante è la risposta delle istituzioni. Da Sorrento e Vico Equense sono arrivati i primi patrocini morali, ma stiamo aspettando le risposte di altri Comuni del territorio che si sono mostrati molto aperti durante gli incontri avuti. E pensare che solo un anno fa il sindaco di Sorrento fu sommerso di critiche per la vicenda di Vincenzo e Beto. Oggi invece dobbiamo riconoscere una grande apertura istituzionale verso questo Pride, ed è un segnale di laicità di vitale importanza».
«La provincia è il luogo in cui c’è più bisogno di fare i Pride. Qui c’è un mondo sommerso di disagio e sofferenza, dove si ha paura di venire allo scoperto e di essere se stess*». E lo dice così, con l’asterisco. «Ci auguriamo che con una grande partecipazione il nostro primo Pride possa fare la differenza, e che anche a Sorrento spunti un favoloso arcobaleno». Quindi, in chiusura, Gianluca lancia un accorato appello: «Ma soprattutto, care lettrici e lettori di Gaypost.it, il 14 settembre dovete venire al Sorrento Pride per chiudere la vostra estate nella bellezza della nostra terra e del nostro mare, per assaggiare con avidità tutte le specialità gastronomiche che il vostro corpo può contenere (tanto poi c’è il corteo, smaltite…) e soprattutto per limonare duro, peggio di Salvini e Di Maio prima della crisi di governo!» Concludendo con l’hashtag #SiScherza. Noi pensiamo, invece, che vada preso tremendamente sul serio.
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