Marianelli: la spiaggia gay che ti porta lontano da tutto

Si conclude il nostro viaggio per la Sicilia sud-orientale. Oggi andiamo in una spiaggia della riserva naturale di Vendicari, un vero e proprio paradiso incontaminato dove è possibile fare il bagno in un luogo gay-friendly che vi invitiamo a conoscere. Buon viaggio!

Quando gli dei furono gelosi delle montagne

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La riserva di Vendicari

Immagina le montagne, ad ovest. Sono cime antiche, quasi arrotondate. Per lo più piatte. Se la geologia ha le sue spiegazioni, per cui è solo il tempo che passa in quel processo chiamato erosione, per il mito furono gli dei a frenare la loro corsa verso il cielo. Per gelosia. Ecco, se da Siracusa vai verso sud, li vedi alla tua destra, in macchina, dal finestrino abbassato e senza aria condizionata. Sono gli Iblei, che sovrastano la Val di Noto. Dalla parte opposta, sulla costa, la riserva di Vendicari con le sue splendide calette: Eloro, la spiaggia del Tellaro, Calamosca e, quindi, Marianelli.

La differenza tra sole e luna

Per arrivarci, a quest’ultima, devi percorrere la strada provinciale e poi girare, per una delle tante traverse, subito dopo Noto. In mezzo ai campi essiccati e alle spighe arse, ai lati della strada, in un percorso che se lo fai di notte, con la luna piena, ti regala anche la magia. Quelle stesse rocce, infuocate e vinte dalla desolazione, durante il giorno, poi si fanno benevole e fiabesche, dopo il tramonto. «È questa la differenza tra il sole e la luna», mi dice il mio amico Antonio, dopo aver posteggiato e mentre ci incamminiamo per il sentiero che ci porterà in spiaggia, «il primo abbaglia e accende i colori, la seconda invece definisce i contorni delle cose».

Una natura selvaggia e benevola

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Marianelli vista dall’alto

Abbiamo parcheggiato vicino ad un vecchio casolare, circondato da un muretto basso in pietra secca e ulivi tozzi e secolari. Proprio a Marianelli. La spiaggia ci dà in benvenuto, già da lontano – bisogna percorrere un chilometro buono di sterrato, prima di arrivare a destinazione – con una striscia blu all’orizzonte. Lo stesso mare, pensi, che diede la gloria (e non pochi dispiaceri) agli eroi del passato, da Ulisse ad Enea. Arriviamo, la natura è selvaggia ma benevola. Il sole accende l’orizzonte di quel blu che sa di terre lontane, di racconti di viaggiatori e delle imprese dei basilischi in oriente. E c’è pure il verde acceso della macchia mediterranea sulle dune rimpicciolite dal vento. Guardando il mare, gli Iblei stanno a sinistra, frenati nella loro corsa verso il cielo. Spogli, per l’estate impietosa e per i capricci dell’uomo.

Un luogo dove essere liberi

Marianelli è una spiaggia gay, secondo una dicitura moderna. A me piace pensare che è un luogo dove puoi essere libero. Di prendere il sole senza nulla addosso, di camminare mano nella mano col tuo compagno, di far sesso dietro le dune, tra le erbe alte e le piante odorose. Ci sono anche le famiglie, più in là verso il Tellaro. Si convive in una pace irreale, scandita dal suono del vento e dal ritmo irregolare della risacca. Ti porta lontano da tutto, questo posto. Se ti guardi attorno, vedi un villaggio di capanne occasionali fatte dai legni trasportati dalla corrente e riutilizzati come pali, sui quali la gente lega i tele e le stoffe per ripararsi all’ombra.

Tra musica e onde

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Le acque di Marianelli

Qualcuno ha portato la musica, percettibile appena – deve essere un concerto per fiati, lo capisci dalle trombe – per il volere delle onde. L’acqua, intanto, è di cristallo. Se non fosse agitata da quella stessa brezza che gonfia gli ombrelloni, potresti vedere il fondale per molti metri dalla riva. Durante la settimana è poco frequentata, Marianelli. Tra sabato e domenica ci va più gente. Niente di insostenibile, per carità. Qualcuno ha pure portato l’incenso, che si disperde altrove. Se sei fortunato, ti accarezza per un attimo solo. E poi sparisce per sempre.

Verso il tramonto, a bere vino

Poi, quando la sera increspa le acque e il sole si sposta dietro la linea delle montagne ad est, si può tornare indietro a godere di un bicchiere di vino alla masseria – dove c’è anche il ristorante, ma la cosa potrebbe essere impegnativa per il borsellino, per cui il vino va benissimo  – in un giardino custodito dal muro a secco e qualche casupola occasionale. Se siete particolarmente predisposti al contatto con la natura del luogo, potere farlo sulle balle di fieno trasformate in divani, vicino ai cespugli di lavanda e rosmarino. Mentre il silenzio è appena infranto dal rumoreggiare lontano delle onde notturne e mentre il sole – tramontando – spegne i colori, rendendoli per un attimo più caldi e accesi, e lascia il posto alla luna, pronta a disegnare i suoi contorni d’argento.

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