Si è tenuta ieri la presentazione della nuova edizione di Elementi di critica omosessuale di Mario Mieli, presso la libreria Feltrinelli di via Vittorio Emanuele Orlando a Roma, organizzata dal circolo a lui intitolato. La presentazione del libro si inserisce in un contesto di iniziative per la celebrazione dei trentacinque anni dell’associazione.
Molti gli interventi previsti sul tavolo dei lavori. Dopo il saluto iniziale del presidente Sebastiano Secci e sotto la sapiente moderazione di Francesco Paolo del Re, si sono alternate le voci di autori e autrici, saggisti, attivisti Lgbt e scrittori che hanno delineato a varie tinte la poliedrica personalità di Mario Mieli, gli aspetti anche intimi della sua vita, i capisaldi del suo pensiero, la passione per il teatro, la ricostruzione delle sue vicende editoriali e le ragioni che lo spinsero al suicidio.
Ha cominciato proprio Gianni Rossi Barilli, uno dei più grandi cultori della figura di Mieli e curatore dell’ultima edizione degli Elementi – oltre quella, ormai storica (e introvabile) del 2002 edita sempre per Feltrinelli – che ha ricostruito proprio le vicende editoriali che stanno dietro la pubblicazione di un’opera controversa, ma fondamentale per la costruzione di un’identità politica in chiave Lgbt. A completare il quadro, fornendoci preziosi episodi “dietro le quinte” e aprendo alcune finestre sulla quotidianità dell’autore, l’intervento di Silvia de Laude, autrice di un volume a lui dedicato e intitolato Mario Mieli. E adesso (Edizioni Clichy).
Scalda la sala Franco Buffoni, che di Mieli era amico. Una narrazione, la sua, che ricorda un’altra figura, quella di Salvatore Pappalardo, un operaio siciliano che tornava nella sua isola per le festività. In questo pendolarismo verso il sud, Pappalardo si fermava a Roma dove a Montecaprino – luogo di incontri per omosessuali – viveva quegli attimi di libertà sessuale che il suo mondo di appartenenza gli negava in quanto omosessuale. Fu ucciso, in una delle sue soste nella capitale. Il circolo romano, quindi, si interrogò se intitolarsi con il nome dell’operaio. Poi arrivò la notizia della morte di Mieli e fu così che si decise di optare per il nome dell’attivista. «Se non ci fosse stato Mieli, e lo dico ai giovani qui presenti» ha dichiarato Buffoni, non senza un pizzico d’emozione nella voce «molti di voi oggi potrebbero essere i nuovi Salvatore Pappalardo».
La serata è seguita con gli interventi di Francesco Gnerre, docente universitario, che ha ricordato la necessità di costruire una “cultura pop” sulla figura di Mieli, così come negli Usa è stato fatto con quella di Harvey Milk. È necessario, secondo lui, costruire una cultura di massa che recuperi i punti di riferimento per la comunità arcobaleno e al suo movimento di riferimento (all’epoca, negli anni ’70, chiamato semplicemente “movimento gay”). A questo proposito, si inserisce l’intervento di Enrico Salvatori, che ha riportato una pagina di una Rai che un tempo, con molta fatica ma con la curiosità intellettuale di una televisione che vuole essere di servizio pubblico, decise di aprirsi alle tematiche omosessuali, invitando Mieli a comparire nel piccolo schermo.
Si è infine concluso con l’intervento di Dario Accolla, che si è interrogato su quanto oggi la contemporaneità sia al passo con un pensiero – quello dell’autore degli Elementi – che è davvero rivoluzionario e che ha ancora tanto da dare alle lotte del presente, che investono l’attivismo arcobaleno; e con Mariano Lamberti, che ha parlato del suo progetto di produrre un film sulla figura di Mario, per cui è già pronta la sceneggiatura e che adesso necessita dei fondi necessari per portare su pellicola la vita di una delle voci più rappresentative, anche a livello internazionale, della “questione omosessuale”.
Una serata molto partecipata – la sala era piena e molta gente è rimasta in piedi ad ascoltare – e che ha portato a riunirsi non solo chi Mieli lo ha conosciuto personalmente e chi, invece, lo ha incrociato nella lettura del suo libro, ma anche (e ciò ha stupito favorevolmente tutti e tutte) persone più giovani, evidentemente affascinate da una figura che ci interroga molto su chi siamo e sul dove siamo intenzionati/e ad andare. Ha concluso, infine, l’incontro il presidente Secci che ha ricordato le iniziative del circolo, tra cui il ventottesimo compleanno di Muccassassina, che si terrà questo venerdì. Un’appuntamento da sempre legato all’esistenza del circolo e che garantisce l’indipendenza economica necessaria a creare momenti di incontro e si confronto su questioni come quelle dibattute ieri, sulla figura del più grande intellettuale gay italiano.
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