Non potevano mancare, a poche ore dal voto tedesco sul matrimonio egualitario, le reazioni delle associazioni LGBT italiane che accolgono con estremo favore la notizia giunta da Berlino.
“Un’ottima notizia, che lascia il nostro Parlamento col cerino in mano – è il commento di Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay -.Tutto il dibattito sulle unioni civili in Italia è stato caratterizzato dal mito del cosiddetto “modello tedesco”.
“Invece quel ritardo e quella disuguaglianza tornano ad essere evidenti – osserva – e nella mappa dei Paesi in cammino verso il pieno riconoscimento dei diritti, l’Italia continua a essere tra i Paesi in coda”. Il segretario di Arcigay rivolge quindi un appello al Parlamento perché si faccia carico “di questa responsabilità e metta in campo una strategia efficace per uscire dal guado della diseguaglianza”. “Tutto ciò che sta al di sotto (del matrimonio egualitario, ndr), la cronaca ce lo dimostra, non può essere considerato un modello, semmai soltanto una tappa intermedia”, conclude Piazzoni.
Parla di dibattito laico, invece, il segretario dell’Associazione radicale Certi Diritti, Leonardo Monaco. “Noi in Italia ci accontentiamo del dibattito sulle coalizioni elettorali, e le libertà civili stanno alla finestra – scrive Monaco in una nota -. Diventando il quattordicesimo Paese europeo a superare la discriminazione matrimoniale, l’Italia perde quel ‘modello tedesco’ al quale si ispirò per la legge sulle unioni civili, segno che in tutta Europa i diritti sono in movimento e che solo il confronto laico consente il superamento di storici traguardi”.
Affida il suo commento a Facebook Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno. “Due anni a discutere di modello tedesco per fare la legge italiana sulle unioni civili – si legge in un post di qualche minuto fa -. Il modello tedesco non c’è più. La Germania ha dimostrato che un buon Parlamento può fare una buona legge in breve tempo e superando gli steccati politici. Aspettiamo di avere anche noi… qualcosa di buono”.
“I diritti, per essere tali, devo essere riconosciuti a tutti e tutte, senza discriminazione di sorta – incalza il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli -, altrimenti rappresentano dei privilegi.
“È giunto il momento di riprendere con determinazione anche in Italia il cammino che porti a trasformare il matrimonio da privilegio, precluso a una parte di cittadini, in diritto per tutti – si legge in una nota -. Per questa ragione facciamo appello a tutte le forze politiche laiche, progressiste e liberali, perché i programmi di governo che verranno presentati alle prossime elezioni contengano l’approvazione del matrimonio egualitario, l’unica misura che potrà contribuire concretamente a ricucire il tessuto della nostra società ancora oggi dilaniato dall’odio e dalle discriminazioni”.
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