Parole nettissime, da parte del presidente della Repubblica in occasione dell’8 marzo. Il Capo dello Stato ha tenuto un discorso in cui ha celebrato la Giornata internazionale della donna mettendo in luce una serie di criticità che riguardano la popolazione femminile nel nostro paese: parità, accesso alle posizioni lavorative, rispetto, lotta al femminicidio e uso di un corretto linguaggio sono i temi toccati dal presidente.
Il discorso di Mattarella per l’8 marzo
Sergio Mattarella ha dichiarato: «Disparità economiche, discriminazioni e violenze sono tutte figlie della stessa radice. Figlie di una mentalità dura a scomparire, che si annida anche nei luoghi più impensati e tra le persone più insospettabili. Un’ottica antiquata, fuori dalla storia della civiltà, paralizzante che non conosce confini geografici, di censo, di livello di istruzione, e che fondamentalmente assegna alla donna un ruolo e una funzione di secondo piano. Un passo indietro. Sempre, ovunque e comunque».
Partire dal linguaggio
E non solo. Parla di rispetto, in questo 8 marzo, Mattarella. Rispetto che si deve ottenere attraverso un processo politico e culturale insieme: «Rispetto significa, innanzitutto, riconoscere all’altra persona, con le sue specificità, la stessa identica dignità che ognuno riconosce a se stesso, con eguali capacità, con eguali diritti. Educare al rispetto significa farne crescere una piena consapevolezza. Il rispetto verso le donne conosce molte declinazioni. Sul piano del linguaggio, innanzitutto. Dobbiamo respingere le parole di supponenza, quando non di odio o di disprezzo verso le donne».
Il rispetto è alla base della democrazia
E sul linguaggio, ricorda ancora che le parole possono alimentare «stereotipi e pregiudizi ottusi e selvaggi, determinando atteggiamenti e comportamenti inaccettabili». Parole importanti, da parte del Capo dello Stato. Che fa notare: «Compromettere l’autonomia, l’autodeterminazione, la realizzazione di una donna esprime una fondamentale mancanza di rispetto verso il genere umano. Il rispetto è alla base della democrazia e della civiltà del diritto, interno e internazionale. Per questo il rispetto le donne è questione che attiene strettamente alla politica. Rispettare s’impara, o si dovrebbe apprendere, fin da piccoli. Sui banchi di scuola. In famiglia. Nei luoghi di lavoro e di svago».
La condanna al femminicidio
E tocca, ancora, il tema delicatissimo del femminicidio: «Un distorto concetto del rapporto affettivo – che, non a caso, si trasforma in odio mortale – è alla base dei gravi e inaccettabili casi di femminicidio» ha dichiarato. Ricordando, ancora che alla base di questi fenomeni troviamo «una mentalità che, al dunque, è solo possesso, bramosia, dominio, e in fin dei conti disprezzo». Parole importanti, per la celebrazione dell’8 marzo.