Che siamo delle grandi esperte di fauna ittica e uomini barbuti è ormai abbastanza risaputo, e lo dimostrano le nostre precedenti interviste, comprese quelle hot.
Ma questa volta abbiamo voluto superare noi stesse intervistando un giovane (ma già quotatissimo) artista che con i suoi disegni di pesci dallo sguardo ipnotico e uomini barbuti sta costruendo la sua fortuna, anche oltreoceano: Mattia Caracciolo.
Chi è Mattia Caracciolo, e da dove nasce la sua passione per il disegno e lo story-telling?
Un Capricorno-testadura nato a Taranto il 18 Gennaio del 1989! Sono cresciuto a Thiene, in Veneto, e dopo una parentesi milanese sono atterrato a Bologna. Vivo qui da sei anni.
La passione per l’espressione creativa è nata a tre anni quando ho visto mio padre dipingere olio su tela nella mia casa a Taranto ed ho cercato di imitarlo (grazie papi). Lo storytelling, invece, un po’ dopo. Ricordo che passavo molto tempo solo in casa ad inventare storie e a parlare da solo, creando ipotetici mondi e opzioni di vita. Di base sono sempre stato insoddisfatto della mia, così ho cominciato a creare mondi paralleli che si sono poi concretizzati in disegni e successivamente in illustrazioni con tanto di storie annesse.
Vuoi parlarci del pesce Charlatan e di Tim&Tom, le tue “creature” più famose?
“Tim & Tom” sono stati una bella parentesi del mio percorso di ricerca creativa: venivo da una vacanza parigina dove girando per la città dell’amore avevo immaginato come sarebbe stata la mia relazione ideale. Utilizzando due personaggi stereotipo di me e del mio ipotetico uomo, ho ritagliato due sagome di carta posizionandole nei luoghi più famosi o improbabili di Parigi, raccontando la loro storia d’amore. La magia è durata qualche mese, poi mi sono fidanzato con un ragazzo speciale, ma che non assomigliava al mio stereotipo e, forse un po’ per gelosia o per rispetto nei suoi confronti, ho deciso di smettere il progetto.
Pensavo di aver già realizzato il mio sogno sentimentale e non potevo più continuare questo giochino alla “Ruby Sparks” (è un film fantastico, guardatelo!). Così ho interrotto il progetto per dare spazio ai miei pascetti che hanno dato un sapore un po’ più universale al mio concetto di sogno e amore.
Nasce così “Charlatan-storyfishing”, giusto?
Sì. Dopo esser stato tradito dal mio ragazzo ho deciso di fondare il marchio che è un concept brand che spazia dall’abbigliamento all’home living alla performance e alla fine art. Il logo è appunto il pesce Charlatan, un pesce cantastorie dall’occhio ipnotico. E’ tutto un work in progress, ma ho voluto cominciare a condividere questo progetto perché sono così, un vulcano di idee, e mi piace eruttarle per ricevere subito un feedback e capire come la gente reagisce.
E come ha reagito la gente?
Fin ora direi molto bene! C’è gente che mi chiede di tatuarsi i miei pascetti e già li porta con fierezza addosso… e questo mi riempie già di orgoglio e sicurezza che questo progetto sicuramente potrà avere dei risvolti interessanti. Non so se qui o altrove, ma comunque vado avanti.
In altre occasioni ti sei definito Social Media Artist: riesci a spiegarci chi è e come opera un social media artist?
Un social media artist crea contenuti web per le pagine Facebook e social, quindi riadatta il suo approccio creativo a tutto ciò che riguarda la comunicazione attraverso i social networks. It’s that simple! XD
Creare contenuti web per i social media non è una passeggiata. Ci sono gli artisti visivi, i fumettisti, gli illustratori etc. Poi, in questo mondo digitalizzato, ci sono quelli che creano contenuti web a nastro per siti e profili Instagram o Facebook ed io mi sento parte di questi, il che non è facile.
Da un lato sei un po’ criticato dai tradizionalisti perché: “Questa non è arte”, dall’altro dici: “Bitch, that’s the New Era!”. E’ un po’ “challenging” come discorso, ma ha il suo perché. Credo che questo sia il futuro e tutti, in un modo o nell’altro, dobbiamo adeguarci. Amo questo aspetto dell’incontro fra arte e tecnologia: è così funzionale che per chi non lo capisce… beh… stay where you are bitch!( scusate l’uso spropositato della parola ‘bitch’ ma dopo aver visitato l’America lo amo troppo!)
Cercando in rete abbiamo visto che eri il protagonista del video “Charlie fa surf” dei Baustelle ed hai partecipato alla primissima edizione di X-Factor dimostrando notevoli doti canore: quello di fare il cantante è un sogno che hai rimesso nel cassetto?
L’ho messo nel cassetto perché nel 2011 in Italia se avevi i baffi ed eri gay per le etichette indipendenti non eri sfruttabile commercialmente, per questo ho lasciato perdere la carriera nel mondo della musica italiana.
Ed ora?
L’Italia è troppo prudente e perbenista da questo punto di vista. Amo cantare ma non lo farei mai per professione, né qui, né altrove (forse in USA). E’ tutto.
Come artista hai partecipato a diverse campagne per i diritti delle persone lgbt, fra cui quella lanciata dall’azienda di cosmetici Lush, “Gay is ok”: quale è il tuo rapporto con la visibilità e l’orgoglio?
L’esperienza con Lush è stata fantastica. Sono avanti anni luce. Mi hanno dato l’opportunità di parlare alla nostra comunità in modo libero e sfacciato e sono davvero grato ad Elisa Rancillo e Maria Bruschi per l’opportunità che mi hanno dato.
Il mio rapporto con la visibilità e l’orgoglio? Mi sento libero come la bandiera LGBT che sventola 24/24 su Castro street a San Francisco. Dovrebbero sentirsi tutti così oggigiorno.
E cosa pensi del Pride e delle polemiche che tutti gli anni circondano questa importante manifestazione?
Bullshit. Andate a San Francisco. Il Pride è solo la punta dell’iceberg di quelli che sono i diritti dei gay nel mondo. Svegliatevi italiani! Qui siamo ancora allo step Mascoline or Feminine. Lì va già molto lo smalto blu elettrico ai piedi dei più sexy!
Sei appena tornato da un importante tour in California: cosa bolle in pentola? L’Italia perderà un altro giovane artista di talento?
Sì, molto probabile. bye bye Italiaaaa!
Da perfette zie impiccione facciamo anche a te la classica domanda che poniamo a tutti i nostri intervistati che sono single: come immagini il tuo principe azzurro?
Sono single e non credo più nel principe azzurro, anzi, un consiglio, se per caso lo trovate con tanto di sorriso splendido, lavoro e vita perfetta, fatevi due domande. Gatta ci cova! Non credete alle favole, ma createle!
Per finire, la domanda che tutti si staranno ponendo: quando uscirà una serie di tuoi disegni con le Beagles come protagoniste?
Molto presto: basta chiedere! Un bacio dal vostro Social Media Artist! 😉
E con questa promessa di vedere presto la nostra sfolgorante bellezza impressa da Mattia sulle case di San Francisco o i grattacieli di Los Angeles vi salutiamo!