Milano: aggrediti tre ragazzi gay, si sospetta la matrice omofoba. Uno dei tre: “Nessuno ci ha aiutati”

Tornavano da un sabato sera sera in discoteca, tre ragazzi gay aggrediti a Milano a pochi passi dal Karma, noto locale del capoluogo lombardo dove si organizzano serate dedicate alla comunità gay. Mentre si avviavano verso la macchina che avevano preso con il servizio di car sharing cittadino, i tre ragazzi vengono avvicinati da un gruppo di circa otto ventenni. “Uno di loro si è spostato indietro, per urtarmi la spalla – racconta a Gaypost.it Francesco -. Eravamo su una strada in salita, un paio di traverse prima rispetto a dov’era la macchina. Dopo l’urto, questo ragazzo ha cominciato ad insultarci”. Frasi provocatorie come “che cavolo spingi” e altre simili.

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“Ho capito che erano strafatti e ho cercato di allontanarmi verso la macchina – continua Francesco -. Ma loro ci hanno seguiti. Quando siamo arrivati vicino alla macchina e Marcello l’ha aperta con la tessera magnetica, mi sono subito infilato in auto perché la cosa stava degenerando”. È lì che parte l’aggressione ai danni di Marcello e Michele che, invece, sono rimasti fuori dall’auto.

La testimonianza di Francesco

Secondo il racconto di Francesco, uno degli aggressori, improvvisamente, rompe una bottiglia in testa a Marcello che cade a terra tramortito. A quel punto, in sei si accaniscono sul ragazzo con calci e pugni. Poi è il turno di Michele, il terzo amico del gruppo, che si becca pugni in faccia tali da farlo finire semi svenuto sul cofano dell’auto. “La macchina era bianca – ricorda Francesco -: l’ho vista diventare rossa del sangue di Michele“.
Il tutto dura poco più di un minuto durante il quale Francesco, chiuso in macchina, non sa cosa fare. “Uscire avrebbe significato rischiare di farmi picchiare pure io – spiega -, ma anche chiamare la polizia era rischioso. Le portiere della macchina erano aperte e se se ne fossero accorti chi mi dice che non mi avrebbero tirato fuori per darle anche a me?”.

Prima di andarsene, il gruppetto fa in tempo a rubare il telefono e il portafogli che erano caduti dalle mani di Marcello. Ora Marcello deve fare i conti con una frattura all’osso frontale, mentre Michele ha il setto nasale frantumato. Entrambi hanno diversi ematomi ed escoriazioni.

Per Francesco si è trattato di omofobia

Francesco non crede che si possa parlare di un’aggressione fatta per rapinarli. “Michele era tramortito sulla macchina – spiega – sarebbe stato facilissimo rubare il suo telefono nuovo di zecca e il portafogli in cui aveva dei soldi, al contrario di Marcello che aveva solo qualche tessera”. Inoltre, erano in netta prevalenza numerica: otto contro tre. “Avrebbero potuto immobilizzarci e derubarci senza problemi – continua il ragazzo -. Invece hanno massacrato i miei amici senza ragione apparente”. Quale sarebbe, allora, la ragione di tanta violenza? Per Francesco potrebbe trattarsi di omofobia. “Quando ci hanno avvicinati, sulla salita – spiega – eravamo appena usciti dal Karma. Michele e Marcello stavano commentando la serata. Si stavano dicendo chi era piaciuto e chi no. Loro hanno certamente sentito“. Secondo Francesco, dunque, si tratterebbe di omofobia. Abbiamo provato a parlare anche con Marcello che però è ancora parecchio scosso ed ha preferito restare in silenzio, per ora.

Nessuno ha fatto niente per aiutare i ragazzi

“A parte l’orrore dell’aggressione – conclude Francesco – sono anche altre le cose che mi hanno colpito. Intanto il fatto che non si trattasse di una delle gang di ragazzi che si fanno la guerra in certi quartieri, ma di un manipolo di ventenni italiani a caccia di non si sa cosa. E poi che c’erano altre persone sul luogo in cui è avvenuto il pestaggio. Nessuno è intervenuto. Non dico mentre Michele e Marcello venivano picchiati, perché capisco che si abbia paura a mettersi contro otto persone. Ma neanche dopo. Quando se ne sono andati lasciando i miei amici nel sangue, nessuno si è preoccupato di chiamare i soccorsi. Se avessero picchiato anche me, probabilmente saremmo ancora lì, a terra“. I ragazzi hanno sporto denuncia e sull’aggressione ora indaga la polizia.

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