Un incontro sul tema dell’omogenitorialità finito con dichiarazioni poco felici sulle famiglie arcobaleno. Da parte di un’insegnante, per di più. È quanto si apprende dai social – e riportato da Repubblica.it – rispetto a ciò che è successo al Liceo linguistico Manzoni di Milano. Episodio che segue a quello già raccontato da Gaypost.it, accaduto recentemente nel ragusano.
L’incontro sull’omogenitorialità
Gli stessi studenti che hanno organizzato l’incontro sull’omogenitorialità, durante un intervento di cogestione, hanno scritto su Instagram prendendo le distanze con quanto avvenuto: «Riteniamo inaccettabile» si legge «che un’insegnante che dovrebbe educare noi ragazzi a valori morali quali l’inclusione, la tolleranza e il rispetto, si sia permessa di intervenire su un argomento così delicato senza nessuna propensione al confronto o al dialogo».
La denuncia di Papà per scelta
Al centro della vicenda, Carlo Tumino insieme al marito. L’attivista, che gestisce la pagina Papà per scelta, ha deciso di parlarne su Facebook: «Vi racconto una brutta faccenda che mi è capitata venerdì mattina durante un incontro con i ragazzi del Liceo Linguistico Manzoni di Milano, in cui una docente, nel tentativo di far valere le sue discutibili posizioni, ha utilizzato parole offensive e irrispettose». E apprendiamo, ancora, che «la docente in questione, non soddisfatta di avermi messo in difficoltà davanti agli studenti parlando di lobby gay» ha anche chiesto «se e quanto abbiamo pagato per diventare genitori».
L’attacco a omogenitorialità e legge Mancino
Durante l’evento on line, organizzato dalla classe del liceo, la docente è stata addirittura espulsa dalla responsabile dell’incontro. Come si legge su Repubblica.it: «La professoressa ha monopolizzato l’incontro con continui commenti e prendendo la parola senza autorizzazione» secondo Luca Mengoni, rappresentante d’istituto. Tra le criticità emerse, ci sarebbe anche stato un «intervento di sette minuti nel quale» la docente «ha definito la legge Mancino una norma liberticida».
Gli insulti sui social: “Capre”
La polemica, dall’aula (seppur virtuale, della Dad) si è spostata sui social – e in particolar modo su Instagram – dove è stato commentato il fatto. Secondo quanto si apprende, l’insegnante avrebbe aperto un profilo per ribattere alle accuse di omofobia, con toni tutt’altro che edificanti. Nei commenti, infatti, avrebbe definito “capre” gli studenti che la criticavano. Ancora Papà per scelta fa notare come la donna si sia «esibita in uno show social ai limiti della violenza verbale con alcuni commenti totalmente fuori luogo».
La solidarietà alla coppia gay da famiglie e allievi/e
L’insegnante, dal canto suo, respinge le accuse lamentandosi di essere stata censurata. Intanto Carlo Tumino ha ricevuto, insieme al suo compagno, la solidarietà di studenti e studentesse e degli stessi genitori che hanno assistito all’incontro, dichiarando il loro dispiacere per quanto accaduto. L’attivista dichiara di avere le spalle larghe e di aver denunciato il fatto per fare passi avanti nella lotta alle discriminazioni. Chiedendo le scuse della docente «prima che verso di me, verso gli studenti, che la signora ha insultato, definendoli capre».