Il Tribunale di Milano ha imposto al sindaco Beppe Sala di rettificare l’atto di nascita di una bimba includendo entrambi i suoi papà.
Da tempo, ormai, il primo cittadino di Milano aveva sospeso le trascrizioni degli atti di nascita con due padri in attesa, dichiaravano dagli uffici dello Stato Civile, che l’Avvocatura dello Stato si pronunciasse in merito.
Ma Gianni Toffanelli e Andrea Simone hanno fato ricorso al Tribunale perché alla loro figlia Anna venissero riconosciuti entrambi i genitori.
Nata grazie alla gestazione per altri negli Stati Uniti, Anna era inizialmente stata iscritta nei registri dell’anagrafe di Milano con il solo padre biologico.
Quando Gianni e Andrea hanno chiesto la rettifica dell’atto con l’aggiunta dell’altro papà, come riportato nel certificato di nascita statunitense, si è arrivato il no.
Da lì la decisione di ricorrere al giudice, assistiti dagli avvocati Manuel Girola, Giacomo Cardaci e Luca Di Gaetano di Rete Lenford-Associazione Avvocatura per i diritti LGBTI.
Due giorni fa la decisione del Tribunale. Sala, inchiodato dal giudice, dovrà rettificare l’atto di nascita di Anna e scrivere anche il nome dell’altro papà.
“Il Tribunale, all’esito di una puntuale ricostruzione del concetto di ordine pubblico nell’evoluzione della giurisprudenza italiana e transnazionale – scrive Rete Lenford in una nota -, ha aderito al principio espresso dalla Corte di Cassazione nella importante sentenza n. 19599/2016 ed ha confermato che non è contraria all’ordine pubblico la trascrizione dell’atto di nascita con due padri. Il provvedimento si colloca sulla scia di quanto già sancito dai Tribunali di Livorno, Pisa, Roma e ne ribadisce le motivazioni”.
“Si tratta di un decreto importantissimo – dichiarano i legali della famiglia –, che auspichiamo ‘illumini’ le decisioni a venire delle amministrazioni comunali, in primis quella di Milano, ancora renitenti a riconoscere i diritti fondamentali dei bambini con due papà. Abbiamo evidenziato i gravi pregiudizi e i rischi che i bambini subivano a causa della mancata trascrizione: come stabilito dai giudici, la pietra angolare di ogni decisione dev’essere la tutela del bambino”.
Qualche giorno fa l’associazione Famiglie Arcobaleno aveva rivolto un appello pubblico al sindaco Sala. L’invito era a riconoscere i diritti dei bambini con due papà così come fa per quelli con due mamme. Per altro, in passato l’amministrazione meneghina aveva già registrato bambini con due padri.
“La decisione dei giudici di Milano è ricca di spunti interessanti – commenta la presidente di Rete Lenford Miryam Camilleri – e ribadisce come la rettificazione dell’atto di nascita corrisponda al best interest del bambino rispetto alle conseguenze giuridiche ad essa connesse. Tra queste conseguenze, il Collegio cita i ‘diritti alla bigenitorialità, alla certezza giuridica, all’unicità della propria condizione giuridica e sociale e dunque all’identità personale, nonché alla stabilità dei legami acquisiti fin dalla nascita nel contesto familiare’. Il decreto di Milano, infatti, ribadisce un sentire diffuso nella nostra società: non conta come si diventa genitori ma quanto affetto e cura si riesce a dare ai bambini”.
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