Le premesse c’erano tutte, come vi abbiamo raccontato ieri. E infatti ora il neo ministro per la Famiglia e la Disabilità, Lorenzo Fontana, ha chiarito la sua posizione su aborto e famiglie arcobaleno. Qual è? Facile: le famiglie arcobaleno non esistono e bisogna ridurre il numero di aborti per aumentare le nascite. Insomma, se da una parte si nega perfino che le famiglie formate da coppie dello stesso sesso e dai loro figli ci siano, dall’altra si vuole imporre alle donne di avere figli anche quando non vogliono o non possono.
“Ho tanti amici gay”
Intervistato dal Corriere della Sera, il leghista Fontana spiega che lui non ce l’ha con gli omosessuali perché “ho tanti amici gay, del resto ho vissuto a Bruxelles tanti anni dove ci sono anche nelle istituzioni”. Come se in Italia non ci fossero persone lgbt anche nelle istituzioni, dal Parlamento, ai comuni passando per tutti i livelli intermedi. Ma andiamo avanti.
La lotta all’aborto e per la “famiglia naturale”
Quando la giornalista gli chiede cosa intenda fare per incentivare la natalità, la prima cosa che viene in testa al ministro è combattere l’aborto. Anzi, la seconda dopo l’abbassamento dell’iva sui prodotti per i bambini. “Voglio intervenire per potenziare i consultori – dice – così di cercare di dissuadere le donne dall’abortire. Sono cattolico, non lo nascondo. Ed è per questo che credo e dico anche che la famiglia sia quella naturale, dove un bambino deve avere una mamma e un papà”.
Come i consultori in Lombardia
La linea è quella seguita, ad esempio, nei consultori della Lombardia, ormai regno incontrastato delle associazioni prolife (cui il ministro è molto vicino) che complicano l’accesso all’interruzione di gravidanza alle donne che ne fanno richiesta. La teoria è che in Italia nascono meno bambini perché le donne abortiscono. In barba ai dati che danno le interruzioni di gravidanza in calo, alla questione disoccupazione femminile, alla carenza di servizi come gli asili nido, alla difficoltà di mantenere il lavoro quando si ha un figlio ecc. Siamo oltre le strampalate teorie del famigerato Fertility Day di Beatrice Lorenzin, insomma.
“Le famiglie arcobaleno non esistono”
E poi c’è la questione famiglie arcobaleno. La giornalista lo incalza: “Eppure adesso in Italia ci sono tante famiglie diverse. Ha visto quanti tribunali hanno riconosciuto genitori omosessuali?” Fontana risponde che non tutti i tribunali lo hanno fatto (ed è vero, ragione per cui le associazioni LGBT chiedono una legge) e poi aggiunge che in mancanza di una legge “dobbiamo decodificare cosa significa quello che sta succedendo”. Precisando che i bambini non saranno discriminati e che i suoi provvedimenti varranno per tutti loro, alla domanda su come intenda comportarsi con le famiglie arcobaleno, il ministro risponde: “Perché esistono le famiglie Arcobaleno?”. E ancora: “per la legge non esistono in questo momento”.
Per la legge non esistono, è vero. Ma esistono nella realtà e senza una legge i primi a farne le spese sono quei bambini che il ministro dichiara di voler tutelare.
Cirinnà: “Gravissimo. Parole reazionarie e oscurantiste”
“Trovo gravissimo che un ministro della Repubblica neghi la realtà” risponde la senatrice dem Monia Cirinnà che definisce le parole di Fontana “reazionarie e oscurantiste”. Per Cirinnà, la posizione di Fontana “equivale a silenziare, oscurare, relegare fuori dal dibattito politico e sociale” una fetta della popolazione che chiede diritti.
“La legge 76/2016 dopo trent’anni, ha finalmente riconosciuto dignità ed uguaglianza alle coppie gay – continua la senatrice – definendole come famiglie riconoscendo giuridicamente la loro vita familiare e non escludendo la presenza di figli”.
“Ha giurato sulla Costituzione: si assuma la responsabilità”
“Il ministro ha giurato sulla Costituzione – incalza Cirinnà – e quindi anche sugli articoli 2 e 3 che non può disconoscere. Si assuma la responsabilità e sia il ministro di tutti, non solo della sua parte politica”. “Mattarella ha chiesto ieri ai prefetti di vigilare perché non ci sia arretramento sui diritti civili – conclude -. Lo ringrazio perché l’ha fatto a poche ore dal giuramento del governo”.