La legge del Mississippi secondo cui imprenditori, commercianti e strutture di vario genere possono rifiutarsi di fornire i propri servizi e i propri prodotti alle coppie gay per questioni legate alle proprie convinzioni religiose è incostituzionale. Lo ha stabilito un giudice federale, Carlton Reeves, che si è pronunciato su due azioni legali che chiedevano l’abolizione della legge in questione.
Secondo quanto ha scritto il giudice nella sua pronuncia, la norma viola la Costituzione perché “lo Stato ha messo il suo peso sulla bilancia per favorire alcune convinzioni religiose piuttosto che altre”. La legge sarebbe dovuta entrare in vigore oggi, ma la sentenza di Reeves l’ha di fatto bloccata. Nessun commento per ora da parte del governatore dello Stato anche se è prevedibile che si appelli alla sentenza.
Negli scorsi mesi le leggi anti-lgbt approvate o in via di approvazione in diversi stati degli Usa avevano provocato molte polemiche e proteste non solo da parte della gay community, ma anche da parte di personaggi pubblici, cantanti, attori, aziende che si erano schierate contro quelle leggi annullando performance e spettacoli o trasferendo le loro sedi operative in stati più inclusivi dove tutti i propri lavoratori potessero sentirsi a proprio agio. In contestazione a quelle norme si era espressa, proprio in una Università del Mississippi, anche Michelle Obama e perfino il Foreign Office britannico aveva sconsigliato ai cittadini del Regno Unito di recarsi in vacanza in Mississippi e North Carolina.