Si è spento ieri mattina a Bologna il cardinale emerito Carlo Caffarra. Aveva 79 anni. Figura molto influente in città, di cui è stato vescovo dal 2003 al 2015, era stato nominato cardinale da Benedetto XVI.
Celebri resteranno le sue invettive contro la comunità LGBT, sia sul piano nazionale che su quello locale.
“Una ferita al bene comune”
In una nota omelia del 2010 si era scagliato contro il matrimonio egualitario e il riconoscimento delle coppie di fatto lanciando un monito alla politica: “Dio vi giudicherà”, disse dal pulpito. “L’equiparazione in qualsiasi forma o grado dell’ unione omosessuale al matrimonio – dichiarò Caffarra – è un atto pubblicamente e gravemente immorale”.
Una “grave ferita al bene comune” che lo Stato non deve tollerare. “Mentre l’unione legittima fra uomo e donna assicura il bene – non solo biologico!- della procreazione e della sopravvivenza della specie umana, l’unione omosessuale è privata in se stessa della capacità di generare nuove vite”, sentenziò.
Il Cassero paragonato all’Isis
Ancora, si ricorda l’attacco al Cassero quando vennero pubblicate su Facebook le famose foto della serata “Venerdì credici” dedicata allo sbattezzo, giudicate blasfeme non solo dal cardinale. Era il marzo del 2015 e Caffarra le definì di “diabolica perfidia a Cristo”. Mettendo in dubbio l’opportunità che il comune lasciasse i locali della Salara in uso all’associazione, il cardinale aggiunse: “Che dire poi del tempismo che vede in contemporanea il teatrino del Cassero profanare il dramma del Calvario e sulle sponde del Mediterraneo la demolizione delle croci e di ogni simbolo cristiano dalle chiese assaltate dall’ISIS?”.
La cacciata del coro gay dalla parrocchi
Ancora, nel 2009, cacciò il coro LGBT Komos dai locali in cui si riuniva per le prove. Con una lettera al parroco di San Bartolomeo della Beverara, il porporato ricordò un documento della Congregazione per la dottrina della fede sugli omosessuali datato 1986. Il coro non ebbe più nella parrocchia una sede dove provare.
Lo scontro con il sindaco
Sempre sui diritti delle persone LGBT, nel 2015, si consumò uno scontro tra Caffarra e il sindaco di Bologna Virginio Merola. In un’intervista a Tempi, il cardinale aveva parlato di un’Europa che “sta morendo” dopo che a Bruxelles era stato approvato un rapporto che parlava di “famiglie gay”. “Non c’è stata civiltà che sia sopravvissuta alla nobilitazione dell’omosessualità” aveva dichiarato. “Mi pare che ci siano delle dichiarazioni non troppo meditate e soprattutto fuori dal contesto in cui stiamo vivendo – gli aveva risposto il sindaco Merola -, che non è un contesto in cui è necessario additare qualcuno come la causa di tutti i mali”. Secondo il primo cittadino, con le sue dichiarazioni il porporato faceva da sponda a Salvini.