“Rigettiamo categoricamente qualsiasi accusa di una nostra connivenza con lo spaccio di droghe nelle nostre serate. Anzi, teniamo a precisare che facciamo controlli regolarmente, sui nostri clienti”. A parlare è Alessandro Petrone, vicepresidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli di Roma che gestisce la serata di Muccassassina. Da giorni Il Giornale pubblica presunte testimonianze anonime secondo cui durante l’evento romano del venerdì sera si consumerebbe un vero e proprio mercato delle droghe sotto gli occhi compiacenti dei responsabili della serata stessa. “Chiunque venga a Muccassassina può verificare con i suoi occhi come stanno le cose – continua – e sa che
Mucca è uno dei posti più sicuri della vita notturna romana, anche dal punto di vista delle droghe”. “Certo – precisa Petrone – non posso escludere con certezza che all’interno del locale qualcuno consumi o spacci droga, ma noi siamo impegnati nel contrasto costante e di certo non lo favoriamo in alcun modo“.
Il Giornale ha riportato, sia in video che per iscritto, racconti di tutt’altro tenore, non solo rispetto alla serata gestita dal Mieli, ma anche ad altri club e locali affiliati all’associazione Anddos il cui presidente Marco Canale aveva già risposto alle accuse. “Nego con forza quanto riferito dalle fonti anonime del Giornale – incalza Petrone – sono cose inventate di sana pianta e se non è così, invito chi avrebbe rilasciato quelle testimonianze a portare prove concrete“.
“Chi viene a Muccassassina non cerca quel tipo di divertimento – conclude -, anzi sappiamo con certezza che quel genere di pubblico ci evita accuratamente perché sa che rispetto anche alle serate, per così dire, non gay Mucca è quella dove il giro delle droghe ha vita difficile e il fenomeno ha un peso molto marginale rispetto ad altri locali. Oltre ai controlli che esguiamo regolarmente, abbiamo anche organizzato spesso banchetti informativi con associazioni che si occupano proprio di contrastare lo spaccio e il consumo di droghe”. “Marco Prato? Lo conoscevo – afferma – veniva a fare promozione della serata che organizzava (l'”Ahperò”, ndr). Ma da qui a dire che fosse “famoso e accreditato” ce ne corre”.