Gli uomini sono più portati per alcune attività rispetto alle donne e viceversa? È un argomento molto dibattuto e utilizzato da chi sostiene che ci siano cose “da donna” e cose “da uomo” stabilite da una presunta natura. Un nuovo studio realizzato dall’Università di Tel Aviv rivela, invece, che a livello cerebrale non ci sono differenze tra maschi e femmine.
Non esistono due tipi di cervello
Condotto dalla professoressa Daphna Joel, lo studio è stato condotto per cercare differenze nel cervello delle donne rispetto a quello degli uomini. Il risultato è che non ce ne sono. Il team di scienziati ha esaminato le scansioni di 1400 cervelli di soggetti di età compresa tra i 13 e gli 85 anni per individuare variazioni nelle dimensioni delle regioni del cervello. Gli uomini hanno un ippocampo (che controlla la memoria) più grande? O le donne sviluppano di più la corteccia frontale (che riguarda i comportamenti a rischio)? La risposta è no.
Secondo i risultati dello studio, solo l’8 per cento dei cervelli esaminati sviluppa le differenze che tradizionalmente le persone attribuiscono alle attitudini degli uomini rispetto a quelle delle donne. Intervistata dal New Scientist, Joel ha dichiarato: “Non esistono due tipi di cervello”.
“Il genere non è binario”
Tra i dati emersi dallo studio, gli scienziati hanno notato che uomini e donne anno lo stesso livello di variazione quando si tratta di consapevolezza di sé nello spazio e che la scarsa rappresentanza delle donne nelle discipline scientifiche non ha nulla a che vedere con una presunta inferiore capacità, quanto invece con la mancanza di incoraggiamento sociale.
“Lo studio è molto importante perché fornisce supporto biologico a qualcosa che sappiamo da tempo: il genere non è binario” ha commentato Meg John Barker, una psicologa della Open University di Milton Keynes, nel Regno Unito.
I risultati confermano che le disparità tra uomini e donne non sono nei geni, ma sono indotte dall’educazione.
Il documentario della BBC
Come riporta The Advocate, in un documentario della BBC intitolato “No More Boys and Girls: Can Our Kids Go Gender Free” (Non più maschi e femmine: i nostri figli possono essere senza genere), il dott. Javid Abdlemoneim ha messo alla prova questa teoria. Per il suo test, il dottore ha preso 23 studenti di 7 anni e li ha sottoposti ad sei settimane di “trattamento di genere neutro”. Per valutare le condizioni psicologice dei bambini, soprattutto la loro autostima e la propria consapevolezza nello spazio, ha posto loro alcune domande per capire la loro visione.
“Gli uomini sono meglio perché sono più forti e hanno più lavori” ha risposto un bambino. “Penso che i ragazzi siano più intelligenti delle ragazze perché diventano presidente più facilmente, no?” ha aggiunto un altro.
La bassa autostima delle ragazze
I test preliminari hanno dimostrato che le ragazze sottostimano la loro intelligenza, mentre i ragazzi la sovrastimano ed hanno un vocabolario più povero per esprimere le loro emozioni rispetto alle ragazze. Di contro, i maschi hanno mostrato maggiori abilità manuali che riguardano la propria collocazione nello spazio, cosa che il dottore ha attribuito all’incoraggiamento che i bambini ricevono a giocare con cose come le costruzioni e con altri giochi che aiutano a sviluppare le abilità matematiche e scientifiche.
I risultati dell’esperimento
Dopo le settimane dell’esperimento, in cui i ragazzi e le ragazze hanno giocato con giocattoli neutri, hanno usato soprannomi e lavorato con professionisti che ribaltavano i classici ruoli di genere, i ricercatori hanno rilevato che l’autostima delle ragazze era migliorata. Utilizzando per la verifica una classe di studenti che non era stata sottoposta al test, i risultati hanno dimostrato che le differenze tra l’autostima delle ragazze e quella dei ragazzi era passata dall’8 per cento a meno dell’1 per cento.
Le ragazze risultavano per il 12 per cento più motivate e per il 40 per cento più precise nel prevedere i risultati dei propri test. I ragazzi, invece, risultavano il 10 per cento più gentili con gli altri e i loro comportamenti cattivi si erano ridotti del 57 per cento.
Le polemiche sull’esperimento
Lo studio ha suscitato non poche polemiche ed è stato da alcuni giudicato “inappropriato” e “abusante”. Ma Abdelmoneim ha difeso il suo lavoro sostenendo che “si tratta di permettere uno sviluppo completo dei ragazzi in modo che possano raggiungere qualsiasi obiettivo vogliano”. “Sfido qualsiasi adulto sano e sensibile a sostenere che non è quello che vogliamo”, ha concluso.