Una cura per l’HIV? È presto per dirlo, ma i risultati della terapia sperimentale condotta da cinque tra le principali università britanniche sembra avere individuato la strada giusta. “Ho fatto gli ultimi esami del sangue due settimane fa e non c’era traccia del virus” ha raccontato alla stampa inglese l’uomo che ha accettato di sottoporsi alla sperimentazione (insieme ad altri 49 pazienti) e che dopo essersi sottoposto al nuovo cocktail di farmaci non mostra più segni del virus. “Ho partecipato all’esperimento per aiutare me stesso e gli altri – ha spiegato il 44enne -. Sarebbe un grande successo se, dopo tutti questi anni di ricerche, venisse trovata una cura per liberare la gente da questa malattia. Il fatto di essere parte del progetto mi sembra incredibile”.
Condotta dagli atenei di Oxford, Cambridge, Imperial College, University College London e King’s College, la terapia sperimentale si basa su un metodo che punta a “stanare” il virus, capace di nascondersi in cellule dormienti, e poi ad attaccarlo stimolando il sistema immunitario.
Per farlo, gli scienziati hanno studiato un cocktail di farmaci composto da antiretrovirali abbinati ad un vaccino che stimola il sistema immunitario a distruggere le cellule infette e ad un altro farmaco che riattiva il virus dormiente.
Cautela, ma soddisfazione per i primi risultati, emergono dagli scienziati che vi stanno lavorando. Già in altri casi, purtroppo, è accaduto che il virus che si pensava debellato dal corpo di un paziente è, in realtà, riemerso a distanza di anni durante i quali non era stato più intercettato dai test condotti.
Lo scopo, questa volta, è quello di trovare un sistema che permetta, appunto, di risvegliare il virus che si nasconde e risulta non intercettabile, per poterlo così individuare più facilmente e, a quel punto, colpirlo.
Lo stesso paziente che al momento non mostra segni della presenza del virus, ha dichiarato che “sarebbe fantastico se fossi stati curato”. Non si può ancora dire, infatti, che siamo finalmente davanti alla scoperta della cura definitiva per l’HIV, ma probabilmente la strada imboccata dai ricercatori inglesi potrebbe avere ridotto il tempo che ci separa da quel momento. La sperimentazione di questo nuovo cocktail di farmaci è previsto che continui ancora per cinque anni.