Chelsea Manning sarà libera dal prossimo 17 maggio, invece che scontare la pena a cui era stata condannata fino al 2045 per alto tradimento. La decisione di commutare la pena della 35enne trans è stata presa dal presidente Barack Obama poco fa. Oltre a quella di Manning, Obama ha commutato le pene di altri 152 detenuti federali.
L’arresto nel 2010
Chelsea Manning era stata arrestata nel 2010 perché, sfruttando il suo ruolo militare, aveva trafugato informazioni segretate e diffuse poi da Wikileaks. Quelle informazioni avrebbero messo in imbarazzo le diplomazie di mezzo mondo, rischiando di compromettere i rapporti tra gli Usa e molti stati (tra cui la Germania) per via dell’attività di spionaggio che la Cia operava proprio nei confronti di paesi ritenuti amici e alleati. Insieme ai documenti diplomatici, nei 250 mila cablogrammi copiati dai database militari, ce n’erano molti che riguardavano la guerra in Iraq e quella in Afghanistan.
La transizione in carcere e i tentativi di suicidi
Dopo l’arresto e la condanna a 35 anni di prigione, Chelsea aveva fatto coming out come trans e intrapreso il suo percorso di transizione tra mille difficoltà e ostacoli posti dal sistema carcerario federale statunitense. Le condizioni di Manning erano tali che per due volte l’ex militare aveva tentato il suicidio all’interno del carcere maschile in cui è tutt’ora detenuta. Dopo una lunga battaglia, era riuscita ad operarsi in carcere: è stata la prima trans a poterlo fare.
In favore di Chelsea Manning si erano espressi nei giorni scorsi anche Edward Snowden e il fondatore di Wikileaks Julian Assange che si era detto disposto a farsi estradare in Usa se Obama avesse liberato Manning.