Ancora omofobia nel mondo del calcio: succede in Spagna, a Jesús Tomillero, un giovane arbitro che ha dichiarato da tempo il suo orientamento sessuale e che per questo motivo era già stato vittima di offese e minacce, al punto da lasciare il campo da gioco. Poi la decisione di non rinunciare alla sua più grande passione, anche con il supporto dei vertici arbitrali, e quindi il 10 settembre ritorna in campo. Ma con un’amara sorpresa.
Tomillero, ventuno anni e andaluso, nonché attivista in un’associazione contro l’omo-transfobia, aveva deciso di arbitrare una partita di giovanissimi giocatori – il corrispettivo dei nostri pulcini – delle squadre del Cd La Salle e dell’Atletico Zabal dando un rigore a favore di quest’ultima. Dal pubblico sono arrivate pesantissime offese e allusioni sessuali che preferiamo non ripetere, ma che mal si conciliano con il concetto di civiltà.
Sul suo profilo Twitter, ancora, il giovane arbitro denuncia: «La cosa peggiore è che» tra le persone del pubblico che lo hanno offeso «uno era un arbitro». E non è tutto: nei mesi scorsi è stato anche minacciato di morte, come quando è stato taggato in una foto, sempre sui social network, in cui compariva un cadavere e la seguente scritta: «Al padrone non piacciono i froci nel suo campo, ti consigliamo di ritirarti o morirai». Per tali ragioni, la polizia ha deciso di mettere il ragazzo sotto scorta.
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