L’omofobia si annida anche dove meno ce lo aspetteremmo. L’ultimo caso, davvero clamoroso, riguarda il Cern di Ginevra, il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle diretto dall’italiana Fabiola Gianotti.
Il gruppo di dipendenti LGBT del Cern ha denunciato che alcuni voltanini che avevano appeso nelle bacheche dell’istituto riservate ai dipendenti, sono stati strappati e imbrattati. Su uno di questi è stato attaccato un biglietto che riporta un passo del Levitico che recita: “Se un uomo giace con un altro uomo come con una donna… questi dovranno sicuramente essere messi a morte”. Su un altro è apparsa la scritta “Schwein!” che in tedesco significa “maiale”, mentre altri sono stati strappati.
Uno dei responsabili dell’accaduto è stato identificato grazie al sistema di videosorveglianza interna e la direzione sta valutando provvedimenti disciplinari a suo carico, anche se si pensa che ci siano altre persone coinvolte.
Ma il problema, a quanto raccontano i dipendenti gay del Cern, ha radici più profonde. “Quando ho scoperto che nel centro non esisteva alcun gruppo LGBT sono rimasto scioccato e mi sono sentito parecchio triste” ha dichiarato al Sunday Times Aidan Randle-Conde, che nel 2010 ha fondato il grupo LGBT del Cern. Il gruppo, però, non è stato riconosciuto ufficialmente dall’associazione dei dipendenti del centro che include circa una cinquantina di club.
Per rimediare alla situazione, la dirigenza del centro ha attivato dei “network informali” di cui il gruppo LGBT è il primo aderente.
(foto sopra il titolo: physicsworld.com)