L’omofobia corre in rete e travolge la famiglia dell’onorevole Sergio Lo Giudice: «Non soltanto avete pagato una donna per affittarle l’utero, ma avete fatto nascere un disgraziato senza madre biologica. E tutto ciò per la pretesa pazzesca di essere considerati normali. Siete solo due schifosi individui». Queste le parole apparse sul blog di Pietro Melis, ex professore dell’Università di Cagliari, e recapitate anche via e-mail al senatore e suo marito, Michele Giarratano.
Scattata la querela, l’articolo incriminato – pubblicato sulla piattaforma Blogspot – è stato sequestrato, secondo quanto stabilito dal gip di Bologna Domenico Panza, città in cui risiede la coppia. Secondo il magistrato, infatti, «sussiste il pericolo che, permanendo la libera disponibilità della pagina web in capo all’indagato, si aggravino le conseguenze del reato», poiché se il contenuto di quell’articolo rimanesse pubblico, potrebbe avere «conseguenze pregiudizievoli per le persone offese, amplificate dalle potenzialità diffusive».
Ricordiamo che il senatore dem è per altro cofirmatario del ddl Cirinnà sulle unioni civili, recentemente approvate anche alla Camera dei deputati. Il clima rovente degli ultimi mesi generato dalla discussione sui diritti delle coppie omosessuali ha evidentemente esacerbato gli animi a tal punto da degenerare in una vera e propria forma di violenza on line ai danni dell’esponente democratico e della sua famiglia. Quest’ultima è seguita, in questa vicenda dalle avvocate Giulia Barbieri e Claudia Benvegnù, per conto dell’associazione Gaylex.
L’autore dell’articolo, indagato per diffamazione aggravata, non è nuovo a un certo tipo di linguaggio: nel suo blog parla delle persone omosessuali come “sodomiti e lesbiche”, etichettandole come “errori della natura che pretendono di essere normali” e scomodando un linguaggio violento e volgare nei modi, nelle scelte lessicali adottate e negli scopi che si prefigge di portare avanti, ovvero la denigrazione della gay community italiana. Ma nel mirino dell’ex docente universitario troviamo l’ex ministra Kyenge, con frasi offensive contro i neri e l’Africa, e anche il popolo ebraico – invocando le camere a gas per gli ebrei, definiti “maledetti – per cui è stato condannato a una multa di quattromila euro per istigazione all’odio razziale.